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Più sicurezza e ordine pubblico, le priorità del nuovo Questore di Roma

massimo-maria-mazza-questore-300x255La corona d’alloro deposta in memoria dei caduti della polizia segna il primo atto ufficiale del nuovo questore di Roma, Massimo Maria Mazza, nominato lo scorso 17 dicembre ed insediatosi oggi negli uffici di via San Vitale. Ordine pubblico e collaborazione sono le parole d’ordine del nuovo questore, che prende il posto di Fulvio Della Rocca, promosso prefetto di Ravenna. «Lavoreremo in continuità con quanto fatto», spiega. Usa poche parole, non promette miracoli («bisogna prima analizzare quali sono le ciriticità», dice) ma è sicuro che quello che lo attende sarà un «lavoro duro» con uno staff «di alta professionalità e competenza». La conferenza stampa di presentazione dura qualche decina di minuti, il tempo necessario per spiegare quali saranno le sue priorità. «Criminalità organizzata e criminalità diffusa sono problemi che incidono molto – dice -. Ma l’aspetto più delicato, a mio avviso, è l’ordine pubblico», soprattutto in una città di grandi dimensioni, e capitale europea, come Roma. Ben diversa dalla sua Genova, dove è stato questore per due anni, dopo essere passato per Pisa e Como. Nella Capitale ritroverà al suo fianco Diego Parente, ex capo della Digos del capoluogo ligure e ora al comando della direzione di Roma. Mazza non vuole essere «un uomo solo al comando», ma chiede collaborazione a tutti, dalle forze dell’ordine alle amministrazioni locali. E proprio questa mattina ha incontrato il sindaco di Roma, Ignazio Marino, con il quale hanno discusso di sicurezza e lotta all’illegalità e all’abusivismo«. »Inoltre – spiega Marino -, abbiamo posto particolare attenzione alle tante manifestazioni che sono in calendario nei prossimi mesi, tema sul quale i cittadini romani sono molto sensibili. Il Comune di Roma e la sua giunta sono pronti a dare il massimo supporto al lavoro della questura, e a collaborare in sinergia per il bene della città«. Nei prossimi giorni incontrerà gli alti dirigenti degli enti locali e delle forze dell’ordine, per poi cominciare ad analizzare a fondo i »problemi della città«. Criminalità organizzata compresa. »Sono convinto che la criminalità ci sia – dice -. Quale sia la forma per definirla cambia poco. Se è radicata e risponde al 416 bis lo (associazione di tipo mafioso, ndr) lo vedremo. In questo senso sono stati fatti già grandi passi con le indagini della Mobile. Sarà un punto fisso dal quale partire«.

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