Gabriele Salvatores ospite all’ottava edizione de “Il Gioco serio dell’Arte” - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Gabriele Salvatores ospite all’ottava edizione de “Il Gioco serio dell’Arte”

gabriele-salvatoresNella splendida cornice di Palazzo Barberini, si è svolto il 20 gennaio il secondo appuntamento dell’ottava edizione de “Il gioco serio dell’Arte” ideata e condotta da Massimiliano Finazzer Flory che ha visto come ospite d’onore il regista Gabriele Salvatores. Il primo appuntamento, lo ricordiamo, aveva avuto come invitato Paolo Sorrentino candidato all’Oscar con il film “La grande bellezza”. Durante la serata, iniziata con la proiezione di alcuni frammenti dell’ultimo lavoro di Salvatores “Educazione Siberiana”, il padrone di casa ed il Premio Oscar hanno avviato un dibattito sull’ importanza ed il valore del “raccontare” che, come definito dallo stesso Salvatores, è “potenziale creativo, innovativo e sociale” in modo particolare in questa realtà di innovazioni tecnologiche anche e soprattutto nel campo della comunicazione. Un’iniziativa, quella dell’attore Massimiliano Finazzer Flory che è stata promossa da il Gioco del Lotto-Lottomatica che ha come obiettivo quello di valorizzare i complessi monumentali restaurati con i “Fondi Lotto” come la Galleria Nazionale di Arte Antica in Palazzo Barberini. Nel corso della serata sono stati proiettati altri lavori del regista come “Mediterraneo” (che gli avvalse la vittoria dell’Oscar nel 1992), “Nirvana” (1997), “Come Dio comanda” (1998) ed “Happy Family” (2010). “Le sequenze del film premio Oscar riguardano l’approdo all’isola, metafora della condizione brechtiana di spaesamento”, spiega Finazzer Flory , “un luogo che consente ai personaggi di diventare altro da quello che erano. In “Come Dio comanda” vi è l’episodio della rissa dei bambini che non ci può lasciare indifferenti, perché la violenza si sposta verso le fasce sempre più giovanili. Infine per “Educazione siberiana” abbiamo voluto considerare l’episodio dei tatuaggi, non come prova di esibizionismo, ma come racconto, la storia di quello che ci è successo scritta sulla pelle”. Gabriele Salvatores ha parlato in merito all’influenza che la letteratura, la pittura ed il teatro possono avere sull’estetica e la riuscita di un film. Oltre agli spezzoni delle pellicole più conosciute di Salvatores sono state proiettate molteplici immagini di opere d’arte, descritte dalla dottoressa Anna Lo Bianco, storica dell’arte nonché direttrice della Galleria di Palazzo Barberini. In “Educazione Siberiana” e “Come Dio Comanda” viene posta l’attenzione su argomenti come l’esaltazione della violenza, la decadenza sociale e il rapporto tra un padre ed un figlio che trova un notevole accostamento nella “Ronda dei carcerati” di Van Gogh, nel “Sacrificio di Isacco” di Caravaggio e nella “Zattera della Medusa” di Géricault. Un confronto quello tra pittura e cinema che ha attirato e tenuta alta l’attenzione del pubblico presente e dei non addetti ai lavori grazie anche ai racconti che il regista ha fatto in merito alle tante difficoltà (anche di natura tecnica) che determinano la riuscita o meno di una pellicola. “Il cinema” ha detto il Premio Oscar “rappresenta i fantasmi del nostro passato, i rapporti interpersonali e famigliari, le tappe che scandiscono la nostra storia e il nostro tessuto sociale, e interessanti sono le differenze culturali riflesse dalle varie produzioni cinematografiche appartenenti alle diverse nazioni sparse nel mondo”. Inoltre per Salvatores non è necessario che in una pellicola venga raccontata ogni cosa nei minimi particolari perché anche l’oscurità può, in certi casi, colmare un vuoto interiore, amplificando il significato di ciò che si sta raccontando. Bisogna dunque, per il regista, non obbligare lo spettatore a vedere solo ciò che appare sullo schermo ma permettergli di spaziare con la fantasia, in modo da poter percepire le immagini che appaiono secondo i propri canoni e la propria creatività. Il cinema quindi deve rimanere una sorta di arte “imperfetta” che passa attraverso l’umanizzazione dei personaggi per creare quella percezione di realtà e non di finzione che ritroviamo nella vita di tutti i giorni. Uno spaccato, insomma del nostro mondo e della nostra società. Gabriele Salvatores è stato per così dire “sottoposto” ad un interrogatorio benevolo fatto da Finazzer Flory con domande in merito al suo “credo”, a ciò che ama, alle sue paure e al suo modello di Italia e, alla domanda in merito all’utilità del linguaggio cinematografico in un periodo di estrema difficoltà dovuto alla crisi ed alla sfiducia dei giovani verso il futuro, il regista si è espresso dicendo che “Il cinema può servire ad aprire nuovi punti di vista rispetto a quelli dai quali siamo circondati”. Il terzo appuntamento della rassegna che si svolgerà il prossimo 3 febbraio sempre a Palazzo Barberini, vedrà come ospite d’onore l’attore e regista Carlo Verdone. Stefano Boeris

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