Troppe caselle vuote. Direttori generali prescelti e poltrone da attribuire - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

Troppe caselle vuote. Direttori generali prescelti e poltrone da attribuire

Dei tredici direttori generali scelti uno ha rinunciato, uno è congelato e tre sono sotto tiro. Ci sono poi ancora sei poltrone da attribuire. E il tempo passa, implacabile

zingarettiLa nuova mappa del potere della sanità laziale? Non c’è. E’ semplicemente  impossibile disegnarla, troppi tasselli mancanti, troppe caselle da riempire. Diciamo che per un terzo delle poltrone disponibili sono ancora comodamente seduti dirigenti con contratto non ancora scaduto (per i più è questione di settimane), per gli altri due terzi il governo è affidato ad un esercito di facenti funzione. Dunque si può dire che praticamente a poco meno di un anno dalla vittoria elettorale Nicola Zingaretti non  ha ancora in campo la sua squadra e legittimamente  non può pensare di realizzare la “sua” politica sanitaria. Atti aziendali bloccati in Asl e aziende ospedaliere, nomine minori, appalti, iniziative di qualsiasi genere, programmazione, tutto fermo. Un dirigente in uscita è inibito dall’andare oltre la ordinaria amministrazione, quello che entrerà dovrà prendere le misure della situazione, dovrà scegliersi le altre figure apicali (direttore sanitario e amministrativo) e stabilire la rotta. Conti fatti, se i primi manager scelti da Zingaretti (adesso ne parliamo) prenderanno possesso del loro incarico a febbraio e gli ultimi nella tarda primavera, solo a ridosso delle Europee (quando tutti, Zingaretti compreso, saranno distratti da altro) la complessa macchina della sanità laziale potr.à marciare all’unisono. Quattordici mesi dopo. Vale appena la pena di ricordare che i predecessori dell’attuale governatore avevano sempre risolto la pratica entro tre-quatto mesi. La differenza salta agli occhi. Così come salta agli occhi un particolare, che ai meno smaliziati può sfuggire. In questa lunghissima vacatio la sanità è senza guida? Risposta: senza guida tecnica sì, ma qualcuno, in stanze che nulla hanno di sanitario, governa. Il cerchio magico del presidente, i suoi collaboratori, che decidono le mosse secondo una convenienza politica. E scivolano ogni volta che provano a lavorare nei canoni della legalità amministrativa, come dimostra la fallimentare operazione-trasparenza nella scelta dei manager sanitari. Un pian o sotto la zarina Flori de Grassi e il povero Alessio D’Amato impapocchiano qualcosa prendendo ordini (politici) o facendo (male) di testa propria, come dimostra l’altrettanto fallimentare operazione sui Pronto Soccorso.

Ma torniamo alla mappa del potere. Ad oggi – ma nei prossimi giorni, a fascicolo in edicola le cose potrebbero avere una qualche accelerazione – la questione assomiglia molto ad un gioco dell’Oca, tre passi avanti e uno indietro. E magari finisci in prigione. C’era una volta una short list di 50 nomi dalla quale Zinga avrebbe tratto entro il 15 dicembre i nomi dei vincitori, pardon dei nuovi direttori generali.  Ha sbagliato di un mese, e a metà gennaio dal cilindro sono usciti 13 nomi . Per altrettante poltrone? Sbagliato. Perché in un paio di casi sono stati scelti e spostati manager in carica, vedi De Salazar e Corradi, nominati rispettivamente alla Asl RmB e all’Ares 118: si sono così liberate le caselle del S.Andrea e dello Spallanzani. Poi sono cominciati i problemi, e lo abbiamo in parte raccontato la settimana scorsa. Il prescelto per Rieti, Polimeni, ha rifiutato preferendo rimanere a Lucca. Tre caselle da riempire. Oltre alle quattro che si libereranno in un secondo  momento o che restano ancora nelle mani dei facente funzione ( Asl RmA, S.Camillo, S.Filippo Neri, Ifo ).  Ma non è finita perché l’opposizione ha puntato i piedi e ha messo in scacco la giunta su alcuni nomi: per Macchitella, confermato manager alla Asl di Viterbo (vi era approdato come commissario) pare ci siano dei problemi sia giudiziari che amministrativi. Nomina congelata. Problemi di intepretazione normativa anche per Isabella Mastrobuono, nominata per Frosinone. In questo caso non s’è capito come andrà a finire anche se la pratica non risulta sospesa. Infine è scoppiato un caso Coiro, scelta per il San Giovanni Addolorata. Ci sarebbe qualche carico pendente. Non è chiaro, intanto si va avanti.  Ancora, hanno provato a mettere in discussione con dubbi di diversa natura anche D’Ambra, piazzato alla Asl RmH. Ovvio che ciascuno dei fascicoli citati può trasformarsi in fretta in ricorso, aprendo la strada ad un percorso irto di insidie per la Giunta. Ce n’è abbastanza per mettersi le mani nei capelli. Qualcosa – ragionando a spanne – potrà accadere in questa settimana, risolvendo parte dei punti interrogativi sollevati nel corso di questa chiacchierata.  Ma non è detto. Sono giornate di indiscrezioni, di rumors, non tutti sensati e fondati. La partita del gioco dell’oca continua. E Zingaretti deve gettare i dadi. Giovanni Tagliapietra

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