Zeppieri, l’imprenditore indagato senza più santi in Ciociaria - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Zeppieri, l’imprenditore indagato senza più santi in Ciociaria

zeppieriDa fulgido esempio di «self made man», a caricatura di imprenditore che cerca scorciatoie di ogni sorta pur di prevalere sugli altri. Osannato in tutta la Ciociaria sino a qualche anno fa, oggi il costruttore Arnaldo Zeppieri da Veroli sembra avere più detrattori che amici. Lui, editore ombra del quotidiano ‘La Provincia’ con cui – tramite la cooperativa da lui presieduta sino al 2013 – ha incamerato finanziamenti pubblici per 18 milioni di euro ance se qualcuno dovrà restituirlo – oggi si trova sulle prime pagine della stampa locale quasi dileggiato e certamente privo dell’aura di nobile datore di lavoro che aveva un tempo.
I motivi sono quasi sempre di carattere giudiziario: e così sul settimanale di Frosinone ‘Qui sette’ campeggia la foto di Zeppieri in quattro differenti pose stigmatizzate dall’efficace titolo ‘Facce ride’. A parte la somiglianza con Urbano Cairo, editore di ben più alta levatura, qui la caricatura fa riferimento alle dimissioni ‘farsa’ dal conscorzio industriale che Zeppieri ha annunciato dopo il rinvio a giudizio piovutogli in testa per una strana vicenda di terreni a Ferentino che l’Asi- sotto la sua presidenza – ha espropriato per affidarli, naturalmente, all’azienda di famiglia.

Notizia comparsa anche su Ciociaria Oggi, il principale quotidiano della provincia che la testata di famiglia non è mai riuscita ad insiare. Ancora meno oggi, vista l’altra pesante inchiesta per reato di truffa abbattutasi sulla cooperativa editrice – e su Zeppieri – con la guardia di Finanza che ha sequestrato 5 milioni di euro di finanziamento statali che, in caso vengano confermate le accuse, dovranno essere restituiti al dipartimento editoria della presidenza del consiglio dei ministri.

Una storiaccia che ha già mietuto le sue prime vittime, i circa 20 lavoratori di Latina oggi in assemblea permanente presso la redazione di Frosinone dopo che il presidente della cooperativa, Davide Rea, ha ordinato la chiusura della sede pontina impedendo ai lavoratori di farvi ingresso sigillando la porta d’ingresso. Comportementi denunciati a più riprese dai lavoratori e dai sindacati, avallati però dal direttore della testata Umberto Celani.

Ma a breve anche la redazione di Frosinone potrebbe chiudere vista la massa debitoria accumulata nei confronti di tutti i lavoratori, tutti senza stipendio da dieci mesi : qualche mensilità in meno è dovuta ai giornalisti di Frosinone premiati , a detta dei vertici della cooperativa, per il loro impegno. E per il loro silenzio.

In tutto questo bailamme, l’azienda continua a proporre ai sindacali irricevibili modalità di cassa integrazione per decapitare i lavoratori di Latina sperando di salvare gli omologhi ciociari. Effe cooperativa chiede una cassa a zero ore senza rotazione, sostenendo che i giornalisti pontini non possono andare a lavorare a Frosinone e occuparsi della cronaca locale poichè estranei al territorio. Non si sa perchè lo stesso discorso debba valere per grafici e segretari, forse ritenuti non in grado di disegnare una pagina con il medesimo sistame editoriale oppure organizzare il lavoro di segreteria ( fogli presenze, reception, rapporti con i lettori…) visto chissà quale gap culturale.

La politica del ‘Facce ride’ va avanti anche nelle imprese editoriali in cui Zeppieri resta il dominus confuso e indiscusso.

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