Il racconto d’Italia attraverso la storia della Rai - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

Il racconto d’Italia attraverso la storia della Rai

monoscopio_rai__60“1924-2014. La Rai racconta l’Italia”. E’ con questo titolo che è stata aperta al pubblico nel complesso del Vittoriano lo scorso 31 gennaio, la mostra che racconta i sessant’anni della televisione di Stato Italiana ed i novanta della radio. Divisa in otto sezioni (informazione, politica, società, cultura, scienza, spettacolo, sport ed economia, ognuna delle quali è stata curata sotto la supervisione di personaggi importanti dell’azienda come Piero Angela, Bruno Vespa, Sergio Zavoli, Piero Badaloni, Bruno Pizzul, Emilio Ravel, Andrea Camilleri ed Arnaldo Plateroti), l’esposizione vuole ripercorrere attraverso le trasmissioni radiofoniche e televisive, la storia della nostra Nazione, dal periodo Fascista fino ai giorni nostri; lo fa grazie a documenti fotografici atti a mostrare ai visitatori i cambiamenti culturali, sociali e politici avvenuti nei vari decenni, i costumi di scena come quelli utilizzati da Raffaella Carrà e da Mina, video che rievocano trasmissioni storiche, telegiornali, annunci e fiction. Sono presenti copioni e documenti che risalgono al 27 agosto 1924, giorno in cui fu firmato l’atto costitutivo dell’Unione Radiofonica Italiana (U.R.I.), agli anni di attività che hanno visto il passaggio dall’U.R.I. all’E.I.A.R. (L’Ente italiano per le audizioni radiofoniche) fino alla RAI (Radiotelevisione italiana). Un set televisivo in stile anni ’70 è stato ricostruito nella parte centrale dello spazio espositivo, grazie alla collaborazione del “Museo della Radio e Televisione” di Torino. Presenti anche i bozzetti originali dei costumi per “Giovanna, la Nonna del Corsaro Nero”, illustrazioni con protagonisti de “I quattro moschettieri”, i giochi in scatola dei quiz televisivi, il copione originale della pellicola “L’albero degli zoccoli” (1978) a firma di Ermanno Olmi ed il Leone d’Oro vinto a Venezia nel 2013 da Gianfranco Rosi con il film “Sacro Gra”. La sezione “radiofonica” è stata curata da Marcello Sorgi ed allestita con postazioni interattive per permettere al pubblico di riascoltare voci di personaggi di ieri ed oggi: una colonnina interattiva del Radiocorriere, cimeli come il famoso “Uccellino radiofonico” che si ascoltava nell’ intervallo tra un programma e l’altro, il libretto contenente le “Norme per la redazione di un testo radiofonico”, scritto da Carlo Emilio Gadda nel 1973 ed ancora vecchi apparecchi radio che permettono di fare un salto nel passato partendo dai sistemi più “rudimentali” fino a quelli estremamente complessi e delicati in uso al giorno d’oggi. Il Presidente della RAI, Anna Maria Tarantola ha dichiarato che “La Rai ha portato il mondo in casa degli italiani, ha raccontato gli avvenimenti politici, storici, culturali e scientifici, ha narrato la vita quotidiana e i mutamenti dei costumi, costituendo non solo un servizio pubblico, ma un vero e proprio patrimonio nazionale che attraverso questa grande ed unica esposizione è possibile mostrare ai cittadini. Attraverso la televisione e la radio, ha veicolato informazione, cultura e svago nelle case, esprimendo anche i sentimenti unitari della nazione e identificandosi con la sua crescita culturale e civile”. “Con questa mostra – ha sottolineato il Direttore Generale dell’Azienda, Luigi Gubitosi – si realizza il sogno di qualunque tecnico, quello di schierare tutti i campioni della nazionale, alcuni ancora in attività, altri che invece hanno smesso, ma che sono tornati in campo per l’occasione. La cosa più interessante è che, a distanza di tanto tempo, la missione del Servizio Pubblico, non è cambiata: è nata per fare cultura, informazione ed intrattenimento e continua a fare tutto ciò. Nonostante l’aumento dell’offerta free, la Rai si conferma, con oltre il 40% degli ascolti in prima serata e quasi il 40% nell’intera giornata, come il principale attore”. Sono esposte anche delle opere d’arte facenti parte della collezione della RAI di nomi come De Chirico, Guttuso, Turcato, Nespolo, Vedova e Carrà. A fine percorso è possibile ammirare l’area dedicata al lavoro di ricerca del CRIT (Centro Ricerche e Innovazione Tecnologica della Rai), dalle origini della progettazione a quello che sarà il futuro tecnologico. La mostra è stata ideata grazie all’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana, con il patrocinio del Senato della Repubblica, della Camera dei Deputati, del Ministero per i Beni e le Attività culturali e per il Turismo, della Regione Lazio, di Roma Capitale e della Provincia di Roma, e con il sostegno di Eni e di Intesa Sanpaolo e sarà visitabile fino al 30 marzo dal Lunedì al Giovedì dalle ore 9.30 alle 19.30 e Venerdì, Sabato e Domenica dalle ore 9.30 alle 20.30. Ingresso gratuito.Stefano Boeris

email

Bisogna effettuare il login per inviare un commento Login