Dove va la Casa del Jazz? (2) - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

Dove va la Casa del Jazz? (2)

Casa del JazzE’ passata un’altra settimana e naturalmente alla Casa del Jazz tutto resta campato per aria: la nomina del nuovo direttore non si vede, fermi restando i tre nomi cui abbiamo accennato l’altra volta e cioè Luciano Linzi, Paolo Damiani e Filippo Bianchi, mentre nel frattempo hanno perso quota le candidature di Flavio Severini e Marco De Persio.

In compenso è comparsa una programmazione che copre il periodo fino al 28 febbraio, programmazione anonima anche se non è difficile scorgerne gli ispiratori visti certi cascami ideologici propri degli anni ’70.

Comunque poco male: ognuno programma ciò che vuole, spetta poi al pubblico decretarne il successo o meno. Solo che in questo caso c’è un MA grosso come una casa.

Tutti voi ricorderete la vicenda del pino abbattutosi sulla Casa del Jazz nel mese di novembre; in qualsiasi parte del mondo ci sarebbe voluta al massimo una settimana per rimuoverlo, il nostro Comune ce ne ha messe quasi tre di settimane. Ovviamente tutte le serate programmate in quel lasso di tempo sono saltate.

Ora un minimo di buon senso, di educazione, di savoir faire, di rispetto per il lavoro altrui avrebbe consigliato che, nell’ambito di una qualsivoglia nuova programmazione, si fosse almeno tentato di recuperare gli eventi persi a causa della caduta del pino e quindi per causa di forza maggiore.

E invece no! Nulla di tutto questo; si è preferita una cesura netta con quanto accaduto fino a dicembre scorso, come a voler sottolineare con ancor maggior forza il cambiamento. Così ti arriva una telefonata a casa da parte di un avvocato che gentilmente ma fermamente ti comunica che, al di là di qualsiasi contratto o intesa con la precedente gestione, le serate in questione sono annullate senza possibilità di accomodamento.

Certo che per una gestione democratica e partecipata – termini cari al sindaco Marino- è davvero un bell’inizio. Complimenti !

Comunque, al di là di questo increscioso episodio, il futuro della Casa del Jazz resta avvolto nelle nebbie più fitte se non si procede a sciogliere quel nodo gordiano che l’imprigiona sin dall’inizio. Ma di questo parleremo la settimana prossima.

Gerlando Gatto

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