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Marino non sa o finge di non sapere. Per risparmiare ci hanno messi nei guai

Il sindaco vorrebbe una polizza di rifacimento sulle opere realizzate male per 5 anni. Peccato che la norma esista già per gli appalti pubblici. Le amministrazioni, presenti e passate, hanno rinunciato alla garanzia per risparmiare sulle concessioni.

 

pag.01_05Oltre 243 milioni di danni (stimati) per un temporale? Tirare numeri a caso è l’attività politica preferita dei nostri amministratori.  Ignazio Marino ha sentenziato che per ricoprire le decine di migliaia di buche create, allargate, esplosecon la bomba d’acqua della scorsa settimana serviranno un pacco di milioni (che il Campidoglio non ha) e una revisione dei contratti  per costringere le ditte appaltanti ad intervenire con i lavori di garanzia se il cratere rattoppato si dovesse riformare nei 48/60 mesi successivi dall’intervento.

Forse Marino dovrebbe rileggersi il Capitolato degli appalti. O disdire le gare di affidamento e farne di nuove. Secondo l’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture: «non serve invocare nuove norme o richiedere particolari garanzie ulteriori a quelle esistenti – spiegano piccati – poiché la polizza assicurativa di durata decennale, a copertura dei rischi di rovina parziale o totale dell’opera, è già prevista per i contratti pubblici». Insomma l’ideona di Marino è già superata dalla realtà (inapplicata). Poi c’è una responsabilità effettiva degli amministratori che si sono alternati nell’Aula Giulio Cesare. Ai tempi di Walter Veltroni la clausola “rifai i lavori malfatti” era la norma, dopo – per risparmiare – si è pensato bene di essere un po’ meno previdenti e quindi di eliminarla puntando sul risparmio assoluto, vale a dire sulle gare al massimo ribasso. E qui hanno ragione anche le società private che rattoppano le buche: «I ribassi superiori al 40 per cento, che spesso non coprono neppure il costo dei materiali, rappresentano una pratica diffusa – fa di conto  l’Associazione italiana bitume asfalto strade  (Siteb). Per il presidente Carlo Giavarini <l’amministrazione dovrebbe avere la necessaria competenza non solo in campo tecnico, ma anche economico, conoscendo i costi aggiornati dei materiali impiegati e delle lavorazioni, così da eliminare le offerte palesemente fuori mercato (e quindi sospette)».

Insomma, i romani hanno avuto davanti al naso l’improvvisazione della giunta e le responsabilità dei politici (di tutti gli schieramenti) delle amministrazioni passate. Tutte, senza esclusione. E’ stato stimato che per chiudere le buche nelle casse comunali ci sarebbe i soldi solo per rifare una singola strada solo ogni 48 anni. Considerando che ci sono oltre 700 chilometri di strade e stradine comunali sorge la provocazione: voi rifate le strade ogni 48 anni, ma noi romani paghiamo le tasse solo ogni mezzo secolo. E magari introduciamo anche per i politici la clausola dei lavori malfatti: se non siete in grado, però, ve ne tornate a casa per sempre ed evitate pure di farvi vedere in una piazza, ad una festa o a messa la domenica. Così, tanto per non dare fastidio. Visto che avete fallito. Altro suggerimento: esiste il Genio pontieri, maghi nelle costruzioni e nelle riparazioni. Perché Marino non fa un appalto all’esercito? O li chiamiamo solo per le emergenze ex post come a Fiumicino?  Leonardo Giocoli

 

 

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