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Se gli irriducibili di Cusani sfidano lo Stato

Lui pensa a candidarsi alle europee e la "sua" maggioranza in consiglio provinciale approva una mozione contro l'operato del Prefetto di Latina

Armando Cusani

Armando Cusani

Tanto machiavellico quanto, a volte, ingenuo. Parliamo del ras del pontino Armando Cusani, la cui battaglia contro la sospensione dall’incarico di presidente della Provincia di Latina sta conoscendo alterne fortune. Mentre i suoi soldati votano la mozione contro l’operato del Prefetto, gli avvocati sbagliano mira senza azzeccare il tribunale cui inoltrare il ricorso al Tar.

l Tar di Roma ha infatti trasferito per competenza alla sezione di Latina il ricorso di Cusani contro la sospensione, comunicata dal prefetto di Latina Antonio D’Acunto lo scorso 30 ottobre, dalla carica di presidente della Provincia.
Si riparte da zero, ma la commedia a via Costa prosegue e vede protagonisti tutti i consiglieri provinciali, senza distinzione. Tra pochi mesi nessuno di loro si ritroverà a sedere sullo scranno da consigliere provinciale in virtù della legge che abolirà l’ente in questione. Eppure lo sforzo di tutti gli eletti è concentrato per riesumare o contestare (a seconda che si tratti di esponenti di maggioranza o di opposizione) il presidente sospeso dal ruolo per effetto della legge Severino, il berlusconiano Armando Cusani.
Dopo una lunga serie di rinvii, si è celebrato mercoledì 12 febbraio il consiglio provinciale in cui è stata approvata la mozione che contesta il prefetto di Latina invitando il consiglio provinciale a «riconoscere la propria incompetenza e pertanto non dare esecuzione alla dichiarazione del prefetto di Latina». Parliamo, appunto della decisione emessa il 31 ottobre 2013 di sospendere Cusani dal suo ruolo  dopo le due condanne di primo grado piovutegli sul capoper abuso edilizio ed abuso d’ufficio. La mozione è stata approvata dalla maggioranza mentre l’opposizione ha abbandonato l’aula. Contrario il presidente del consiglio provinciale, l’ex alleato Udc Michele Forte il cui partito, non in linea con Cusani, è stato estromesso da ogni incarico di giunta.
Come precisano Pdl, Forza Italia, Lista Cusani e Fratelli d’Italia è stata approvata  «la mozione con la quale abbiamo ribadito l’incompetenza del Consiglio a dare esecuzione alla dichiarazione prefettizia relativa alla sospensione del Presidente Cusani oltre a ribadire che la Legge Severino appaia, in maniera manifesta, violativa dei principi fondanti dell’ordinamento giuridico.
Pur se stanchi di ripetere da ormai tre mesi tali concetti ci teniamo ad evidenziare che la mozione non ha la finalità di garantire ad Armando Cusani alcuna restituzione di funzioni presidenziali  ma solamente quella di acclarare una carenza di legittimazione del Consiglio a dare esecuzione alla dichiarazione del Prefetto».
Una mossa tutta politica che non avrebbe alcun effetto pratico, così come recita un parere legale del ministero dell’Interno sbandierato dal presidente del consiglio provinciale per motivare l’impossibilità a discutere della vicenda visto che gli effetti della legge, vale a dire la sospensione dell’eletto dopo la condanna, non sarebbero stati modificati da una mera mozione consiliare. Ma il messaggio lanciato dall’esponente di Forza Italia, che era anche consigliere comunale a Sperlonga, tramite i suoi pretoriani certamente, lo rafforza in vista della candidatura alle europee e chissà se non riesca ad infilarsi nelle pieghe di una legge – la Severino – che presenta comunque molti lati insidiosi nella sua concreta applicazione. Intanto giovedì  si discute al tar di Latina il ricorso presentato da Cusani contro il suo allontanamento dallo scranno della Provincia.
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