Mi libero di Farmacap e faccio cassa - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

Mi libero di Farmacap e faccio cassa

Gestisce 44 farmacie, bilancio appesantito dalla fornitura di servizi sociali. Il presidente Vincenzo Saraceni si dimette, Marino cerca un commissario

Farmacap_fullTra le società che Marino potrebbe mettere sul mercato per fare cassa Farmacap è una delle più appetibili. Magari fatta a pezzi, effetto-spezzatino.La delibera che contiene i bilanci dell’azienda del Comune di Roma (gestisce 44 farmacie) in riferimento al disavanzo del 2010, 2011 e 2012 è stata finalmente approvata nei giorni scorsi in Assemblea capitolina, sbloccando cosi’la liquidità di 15 milioni di euro necessari per la sopravvivenza della società. «E’ una notizia positiva -commenta il presidente Vincenzo Maria Saraceni – che consente a Farmacap di guardare con ottimismo al futuro, il Monte dei Paschi aveva sospeso le erogazioni perché ancora non erano stati approvati i bilanci. Adesso possiamo riprendere con regolarità i rapporti con loro».  Contestualmente, tappato il buco dell’emergenza finanziaria,  Saraceni ha fatto recapitare al sindaco una garbata lettera di dimissioni, considerando il suo lavoro concluso e vista l’aria che tira. Marino da giorni sta dicendo a tutti che per Farmacap sta cercando (e non lo trova) un commissario adatto per le necessità dell’Agenzia: difficilmente lo chiederà al professore, che senza tanto clamore, come è suo costume, toglie tutti dall’imbarazzo.
Nel mese di gennaio, intanto, è stata aperta una nuova farmacia, la 44°, che ha fatto un incasso di 40 mila euro in un mese, vale quasi mezzo milione l’anno. «Le farmacie comunali – dice Saraceni – come tipologia sono uguali a quelle private, vendono gli stessi farmaci, e hanno mercato, con la differenza che si trovano in zone della città più difficili e meno remunerative». Il disavanzo c’è, comunque, il problema è di far luce sulle radici del medesimo per evitare buchi nei prossimi anni. Stando al vecchio contratto di servizio la mission diFarmacap era quella di coprire zone di confine territoriale, dove il privato non sarebbe arrivato: le farmacie comunali si trovano invece anche in centro, dove i costi di affitto sono altissimi. Nelle more il sindaco ha annunciato l’imminente nomina di un commissario per l’Azienda. Invece di tagliare i rami secchi si vuol continuare a contare le perdite? Marino non conosce mezze misure. Una delle principali zavorre di Farmacap (che non produce ricavi, ma solo perdite), sono la fornitura di servizi sociali. «Se avessimo solo il servizio farmaceutico – conclude Saraceni – non avremmo nessuna recessione, ma solo ricavi. Abbiamo invece sul groppone anche i servizi sociali (asili nido e telesoccorso), che sono costosi e non sono remunerativi, e questa è una scelta di fondo che deve fare il Comune. Se ci dice di proseguire con i servizi sociali, noi lo facciamo come abbiamo sempre fatto, ma ci deve mettere anche le risorse. Solo l’asilo nido costa 1 milione di euro l’anno e ne rende 200 mila, il Comune deve sapere che ci sarà ogni anno il disavanzo». E’ ovvio, Farmacap sul mercato non comprenderebbe la fastidiosa “coda” dei servizi sociali.

Alessandra De Gaetano

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