Il balletto dei manager è finito - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Il balletto dei manager è finito

Zingaretti ha sorpreso quasi tutti. Perplessità sulle scelte

sanità-lazio-zingarettiCi siamo, il governatore Zingaretti ha gettato sul tavolo della sanità laziale l’ultima smazzata. Volevate i direttori generali, ebbene ora ci sono. E non c’è dubbio che Zinga sia riuscito a sorprendere la platea (non certo gli addetti ai lavori e quelli che hanno partecipato in queste settimane alle estenuanti trattative. Altro che manuale Cencelli o bignami del medesimo, qui si sono varcati i limiti della ragione e della fantasia. Ma andiamo per ordine. Il pacchetto di nomine riguarda l’Azienda ospedaliera S.Camillo Forlanini, il Policlinico universitario S.Andrea, Il policlinico Universitario Tor Vergata, gli Irccs Spallanzani e Ifo. Resta vacante la poltrona di top manager dell’Azienda Ospedaliera S. Filippo Neri, affidata pro-tempore al dirigente anziano Sommella ( sono passate due estati): ma pare che per quell’ospedale in Regione abbiano idee diverse, spartizioni, spezzatini, intanto chiudono un reparto dopo l’altro, Ma torniamo ai nuovi manager. C’erano in pole almeno un paio di personaggi esperti e carismatici (non ne faremo il nome per carità di patria), ma sono rimasti fuori, ma le new entries bastano a riempire i taccuini dei cronisti. Al S. Camillo-Forlanini arriva il dottor Antonio D’Urso, 52 anni, presente nella short list, attualmente alla direzione della Asl toscana di Lucca e con precedenti esperienze direttive nella sanità romana al S. Filippo Neri e alla Roma B come direttore sanitario. All’ospedale S. Andrea viene promosso sul campor Egisto Bianconi, 46 anni, attuale facente funzioni e direttore amministrativo. Per la nomina trattandosi di un policlinico universitario è stato acquisito il parere de La Sapienza – spiega la nota della Regione – In questo caso si è scelto di investire sul rinnovamento generazionale oltre che professionale, scegliendo nella lista generale degli idonei al ruolo. A dirigere il Policlinico Tor Vergata va una donna scelta anche essa nella short list e che ha avuto il parere positivo dell’Università. Si tratta di Tiziana Frittelli, dal settembre 2012 direttore generale dell’Acismom (Associazione Cavalieri Italiani Sovrano Militare Ordine di Malta), ente pubblico internazionale, che gestisce un Ospedale di riabilitazione (220 posti letto) e 14 Poliambulatori sul territorio nazionale. Ma il bello viene con gli Irccs. Per Ifo e Spallanzani, due eccellenze sanitarie, Zingaretti ha pensato di nominare un solo manager, mantenendo due diverse e distinte direzioni scientifiche a garanzia della specificità assistenziale e di ricerca dei due istituti. Forse un po’ bizzarra come scelta, ma inattaccabile. Ci hanno ragionato sopra evidentemente. La sorpresa viene dal nome: Fulvio Moirano, 62 anni, grande esperienza nella direzione di Asl e Aziende ospedaliere in Piemonte ed ex direttore generale dell’Agenas, dice rapidamente la nota. E qui qualche perplessità viene. Il savonese – residente in Piemonte – era direttore generale di Agenas (l’agenzia nazionale dei servizi sanitari) fino a qualche settimana fa quando è stato scaricato dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin. Il siluramento – perché di questo si tratta – è legato ad almeno un paio di questioni, la prima politica e la seconda di bottega. Moirano e il presidente Giovanni Bissoni, dimessosi dall’Agenas dopo la mancata riconferma del dg, appartengono ad una management fortemente etichettato (Pd di ispirazione bindiana) e governavano l’Agenzia con un occhio allenato alle dinamiche politiche prevalenti. Il ministro doveva sbaragliare il campo. La seconda ratio, si diceva, è di bottega. Per far posto a persona di sua fiducia al Ministero la Lorenzin doveva trovare posto adeguato a Francesco Bevere, potente direttore generale. Cose loro, insomma. Ma è abbastanza curioso che alla fine sia finito con un doppio, prestigioso incarico nella sanità laziale l’uomo che governava l’Agenas, la struttura governativa cui Zingaretti si era affidato per mettere in piedi il circo del concorso per la scelta dei manager, dal gruppone alla short list. A fare la selezione sono stati gli uomini di Moirano (che ha curato personalmente nello stesso periodo anche la scelta dei direttori generali della sanità siciliana). Tutto legittimo, Zinga non deve chiedere conto a nessuno per legge. Ma forse un pizzico di buon gusto non sarebbe guastato

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