E questo è il piano del Campidoglio… - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

E questo è il piano del Campidoglio…

nomadi-romaE’ stato varato tra le polemiche il nuovo piano nomadi nella Capitale, un piano ancora miope rispetto ai  reali problemi e i bisogni della cittadinanza. La linea è quella di prendere tempo, utilizzando belle parole come integrazione e inclusione, che però ancora non passano per il concetto di legalità. Per il sindaco al momento il problema dei rom è solo una questione di linguaggio, che deve essere modificato da “nomadi” a “rom”, nelle espressioni della comunicazione istituzionale. In una circolare  sottolinea: “Credo che uno dei fattori centrali per superare le discriminazioni sia quello culturale, affinché l’approccio metodologico di tipo emergenziale possa essere abbandonato a favore di politiche capaci di perseguire l’obiettivo dell’integrazione”. Ma di quale integrazione si può parlare se i rom hanno da sempre rifiutato di stabilirsi in una città accettando le regole del vivere civile? E che diire invece del fatto che il sindaco, con soldi pubblici, paga le bollette ed esenta dalle tasse  dei  rom  in possesso di  libretti postali milionari? Ci teniamo l’assessore alle politiche sociali Rita Cutini e le sue riflessioni: “Il mio assessorato e questa amministrazione hanno cambiato segno rispetto al passato nelle politiche che riguardano i Rom”, dice. “La linea guida che come Giunta abbiamo fatto nostra – continua Cutini – è la Strategia nazionale (che a sua volta recepisce quella europea) di inclusione sociale Rom, Sinti e Caminanti, secondo quattro assi fondamentali: scuola, lavoro, salute e casa. Ci vorrà tempo. Sono i tempi dell’inclusione. Un’inclusione che tenga presente il punto di vista dei Rom. Nel frattempo – spiega l’assessore – stiamo già lavorando per il superamento dei campi, partendo da quelli grandi e decentrati, per il miglioramento delle condizioni di vita in quelli più piccoli e presenti dentro il raccordo anulare, per la stesura del Regolamento comunale. Sono progetti portati avanti con i Municipi, gli enti gestori e le associazioni di volontariato. Gli stessi enti gestori, cito l’esempio di Ermes, hanno avviato percorsi di inclusione sociale reperendo risorse private, pur essendo convenzionati con Roma Capitale, e portando fuori dai Campi già 6 famiglie, altre 16 prossimamente. E ancora, grazie al Protocollo di Intesa tra Ama e Dipartimento delle Politiche Sociali – continua Cutini – la raccolta dei rifiuti nei Campi inizia a funzionare regolarmente. Questo dimostra che migliorare la vita dei Rom e arrivare all’inclusione sociale è possibile. Intanto, un appello è stato rivolto al sindaco dalle associazioni, tra cui Amnesty e 21 luglio per “chiudere i campi “nomadi” a Roma, fermare il progetto di rifacimento del “villaggio attrezzato” di via della Cesarina e riconvertire le risorse economiche in progetti di reale inclusione sociale dei rom”. Prima o poi qualcuno penserà anche agli “altri” cittadini, quelli normali, che lavorano, pagani le tasse e respirano senza poter reagire i fumi tossici che salgono dai campi (abusivi) rom. Alessandra De Gaetano

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