Purchè se ne parli, Sara ringrazia - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

Purchè se ne parli, Sara ringrazia

Gossip e veleni dietro un evento mondano che ha fatto discutere

Sara Iannone

Sara Iannone

Si possono affrontare le vicende dei gossip, delle maldicenze della vita mondana della capitale con leggerezza e soavità. O si può andare dritti al sodo, senza fare sconti esercitando con il dovuto garbo il diritto di cronaca e la gratificando la legittima curiosità. Del resto spesso c’è sotto qualcosa che ha a che fare con la politica, con gli intrecci di interessi, con le baruffe da cortile. Ma veniamo al sodo. La scorsa settimana abbiamo dato conto di un singolare evento a Palazzo Ferrajoli, proprio di fronte agli uffici di Matteo Renzi. Un evento dedicato agli Oscar, indirettamente alla “Grande bellezza” di Sorrentino, ad una certa idea di romanità capace anche di prendersi in giro e a Roma, sontuosa location per avvenimenti (non solo cinematografici) di ogni forma e dimensione. Niente di sguaiato, anzi, permeato di quella ironia capitolina che alla organizzatrice dell’evento, SaraIannone, non manca di certo. Ne hanno parlato dignitosamente tutti, il giorno dopo. Con un’unica voce dissonante, quella del Corriere della Sera. Dalle cui pagine una penna avvelenata è andata giù pesante, senza risparmiare nulla alla pierre Iannone, alle sue scelte, ai disservizi di ogni tipo riscontrati. Di persona, intendiamoci, perché l’autore dell’articolo c’è andato apposta, a ficcarsi nei guai, trascinando moglie e un paio di parenti. E pagando, perché quell’evento era a pagamento. Il diritto di critica è sacrosanto, ma l’impressione che quella penna – tra l’altro piuttosto nota – volesse rivalersi di qualcosa, o volesse a tutti i costi provocare, colpire, stupire, è difficile da cancellare. Cui prodest, c’è sotto qualcosa? Quel paio di bordate dirette contro l’organizzatrice sono decisamente sopra le righe, nel mondo liftato della mondanità capitolina. Neanche Dagospia, che spesso è durissimo soprattutto con le immagini, arriva a tanto. Voglia di sparigliare, di rompere un equilibrio, un affronto da lavare con il sangue? Sara Iannone è ospite fissa delle paginate di Dagospia, da decenni calca le scene e organizza eventi, il fatto che abbia fatto delle scelte politiche e sia stata anche candidata non dovrebbe fare la differenza. Nessun evento poi è perfetto. E nessuno è obbligato a parteciparvi. Come mai il Corriere della Sera, abitualmente sobrio e prudente, ha avallato questo attacco? La Iannone non l’ha presa benissimo, ma l’esperienza di vita e del suo lavoro attutiscono brillantemente il colpo. Non vale neanche la pena di entrare nel merito delle contestazioni. “Pur occupandomi di eventi legati a istituzioni italiane e alla politica mi muovo da sempre anche nell’ambito di quella mondanità  che Sorrentino richiama, anche se in poche scene nel suo film. – dice – Sono certamente innamorata di Roma e della sua bellezza, sono convinta che Roma fosse l’unica realtà possibile in cui inquadrare  questo tipo di realtà  e mi piaceva l’idea di esaltare la bellezza di Roma (Roma come ambientazione di film importantissimi da sempre , per la sua predisposizione ad essere un set naturale e ideale)”. “Per di più tra i miei abituali ospiti ci sono diversi personaggi raccontati e inquadrati da Sorrentino – continua –  l’idea di fare una festa che mettesse insieme questa Roma e questi ospiti mi piaceva, l’idea che un Oscar americano avesse preso in considerazione la possibilità di premiare un film dedicato ancora una volta a Roma  comunque di un certo valore, al di là delle critiche e delle analisi che hanno riempito giornali e talk show”. Il film, sottolinea la pierre romana, “ è stato criticato prima di ricevere l’oscar, soprattutto negli ambienti culturali della sinistra probabilmente delusi dal non aver trovato dei riferimenti concreti, degli attacchi diretti a quella politica e a quei personaggi che loro amano tanto vedere denigrati a prescindere”.  L’attacco del Corriere ha dunque un sapore politico, la classica incestuosa polemica tra la cultura di sinistra e quella mondanità che formalmente disprezza ma della quale non disdegna gli inviti? “ L’evento che io ho organizzato è stato complessivamente apprezzato, mi stupisce che le uniche valutazioni negative siano giunte da chi normalmente tende a snobbare questo genere di eventi. L’attacco arriva su spazi rilevanti e autorevoli (paginata del Corsera), che di solito non spreca un colpo. E mi stupisce il tentativo intellettuale di cercare un significato, o meglio di stupirsi dell’assenza del medesimo, in qualcosa che è niente di più che una festa. Una festa di per sé celebra qualcosa, un compleanno, una promozione, un fatto che vogliamo esaltare, qualcosa di cui siamo contenti, Un Oscar…una città meravigliosa come Roma…l’unico significato sta nella voglia di festeggiare, divertirsi e stare insieme. Mi viene difficile capire come qualcosa che viene definito “vuoto” possa essere un problema per qualcuno. E in ogni caso l’unico effetto che riconosco a questa operazione è un’ utile ed insperata pubblicità.” Degna  conclusione. Giulio Terzi

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