Latina e il Pontino meritano di meglio
Lo confesso, sono un cusaniano pentito. Ho intrattenuto rapporti con il suo capo di gabinetto, Pino Simeone, oggi consigliere regionale sostituito nel ruolo da una segretaria. Anche Claudio Fazzone mi era sufficientemente simpatico. Ho assistito alla loro gestione del potere, alla spartizione che del medesimo hanno fatto tra gli amici, alla occupazione delle poltrone, alla collocazione degli amici e degli amici degli amici. Ho cambiato idea. Se oggi Latina è una città spenta, se oggi il Pontino non ha la forza di reagire alla crisi la colpa è soprattutto di lor signori. Non è per le due condanne che l’ex presidente della Provincia di Latina deve farsi da parte, ma per una gestione clientelare e spregiudicata della amministrazione che di fatto ha tagliato le gambe allo sviluppo del territorio pontino. Oggi – Latina calcio a parte – i pontini hanno poco da sorridere, tutto è bloccato, paralizzato. Nel sud della Provincia, dove le baruffe locali tolgono il respiro e gli avvisi di garanzia si sprecano, lungo il Litorale, dove l’imprenditoria locale non ha la forza di risollevarsi e l’industria del turismo non sa sognare e programmare in grande e soffre di progressiva asfissia. Il capoluogo sopravvive per abitudine, con un sindaco indagato e una opposizione che va a farfalle, con una provincia in disarmo che resta in piedi solo per perpetuare affari e benefit (a proposito, se il presidente è stato allontanato in virtù della legge Severino, il presidente del consiglio provinciale, Forte, è inquisito per associazione a delinquere). C’è una gloria locale, il tribunale delle nebbiee dei record (negativi per la giustizia). Lo denuncia l’Espresso, i fascicoli spariscono, i procedimenti penali vengono bloccati (vedi il caso Cusani), accade di tutto, compravendita di atti, avvocati (giudici?) e nessuno muove un dito. E’ solo distrazione quella del presidente……? Nel numero scorso avevamo tirato in ballo con nome e cognome il responsabile dell’archivio (che come secondo lavoro è delegato del sindaco per la mobilità) e la strana storia di un fascicolo mai arrivato a Roma. Nessuna risposta, neanche un sussulto di dignità. Latina merita di meglio.
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