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LADISPOLI/Nuovo scandalo di baby squillo. Tre minorenni si prostituivano per comprarsi la droga

baby-squillo-2Nuovo caso baby squillo, scoperto un altro giro. L’inchiesta a una svolta: tre minorenni per mesi sul marciapiede in cerca di uomini a cui vendersi per una paghetta, ma anche per la droga. Le ragazzine di Ladispoli spiegano perché l’hanno fatto e forse continuano a farlo: «Non ho i soldi per andare in discoteca», «non ho la paghetta», «non posso comprare il cellulare». Cose così, «tanto, chi se ne frega!», tagliano corto come se la storia non fosse la loro. Del caso è a conoscenza il tribunale dei Minori. Gli investigatori avrebbero tra le mani una lista dei clienti più o meno abituali delle ragazzine e sarebbero sulle tracce di un’organizzazione dedita all’induzione e allo sfruttamento della prostituzione minorile oltre che allo spaccio di sostanze stupefacenti.

Una birra al bar della stazione, a volte bastava così poco. Qualche euro, quasi un’elemosina, ma lei non chiedeva altro, il cliente s’allontanava e la ragazzina tornava in strada, gli occhi pesanti di trucco per non tradire l’età. Avanti il prossimo, un altro e un altro ancora, salire e scendere dalle macchine o appartarsi in un angolo del parcheggio. A volte bastava la ricarica per il cellulare o un po’ di droga, a volte chiedevano soldi, mai più di qualche decina di euro. Lei e le sue due amiche, tra i 15 e 16 anni, per mesi sul marciapiede in cerca di uomini a cui vendersi per poco più di niente. Le baby squillo di Ladispoli spiegano perché l’hanno fatto e forse continuano a farlo: «non ho i soldi per andare i discoteca», «non ho la paghetta», «non posso comprare il cellulare». Cose così, «tanto, chi se ne frega!», tagliano corto come se la storia non fosse la loro. Del caso è conoscenza il tribunale dei Minori, la Procura di Roma avrebbe aperto un fascicolo al momento contro ignoti, l’indagine è affidata ai carabinieri di Ladispoli. Gli investigatori avrebbero tra le mani una lista dei clienti più o meno abituali delle ragazzine e sarebbero sulle tracce di un’organizzazione dedita all’induzione e allo sfruttamento della prostituzione minorile oltre che allo spaccio di sostanze stupefacenti in un territorio vasto, tra Ladispoli, Cerveteri, Campo di Mare e Civitavecchia.

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