Abusivismo senza fine, la legge può attendere - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

Abusivismo senza fine, la legge può attendere

L’invasione del commercio abusivo degli ambulanti c’è e si vede bene a Roma. Si trovano a piedi, con tovaglie stese sui marciapiedi o con i cartoni. Milioni di euro sono le entrate per la criminalità e non per il Comune che invece arranca su come gestire la legalità. La lotta al commercio illegale è stato il cavallo di battaglia di Marino per vincere le elezioni a Roma: promesse e basta. E’ incapacità di amministrare o cosa?

 

Roma - 21 marzo 2014, Camion bar e abusivi di fronte alla porta d'entrata dei Musei Vaticani

Roma – 21 marzo 2014, Camion bar e abusivi di fronte alla porta d’entrata dei Musei Vaticani

Una guerra promessa. Che, nonostante i mille proclami del sindaco Ignazio Marino, tarda a partire. È quella del Campidoglio contro il suk di Roma, fatto da ambulanti abusivi e camion bar, che invadono le strade del centro per aprire il negozio illegale all’aria aperta, nelle zone di pregio della Capitale. L’offensiva contro la contraffazione, nei piani di palazzo Senatorio, dovrebbe ripartire a giugno: a un anno dall’insediamento dell’amministrazione targata Marino, che della lotta all’abusivismo commerciale aveva fatto uno dei suoi cavalli di battaglia in campagna elettorale. Per farlo ha dovuto chiedere, ancora una volta, il soccorso del governo nazionale: per questo, il 19 maggio scorso, è stato firmato il protocollo con il Viminale di Angelino Alfano. La delocalizzazione dei chioschi-mobili, imposta dalla direttiva dell’ex ministro Ornaghi, può ancora aspettare. L’obiettivo adesso è risalire alla catena del falso grazie all’intervento della Guardia di Finanza. Perché non si parla solo di decoro di una città, ma anche e soprattutto di soldi.

Risorse sistematicamente evase e che, invece, potrebbero far respirare le casse capitoline, salvate solo dall’esecutivo nazionale. Secondo uno studio della Confcommercio, l’esercito di venditori abusivi conta 18 mila irregolari: uno ogni 4 legali, con un giro d’affari che supera il tetto di un miliardo di euro. Per capire il fenomeno basta guardare i dati delle fiamme gialle: il 20 per cento dei sequestri di merce contraffatta avviene all’interno del Gra. Senza dimenticare i mancati incassi per il Comune: all’appello mancano tra i 200 e i 400 milioni di euro di imposta sul reddito, 180 di Iva, 50 di tassazione di suolo pubblico e altrettanti per lo smaltimento dei rifiuti.

Cifre che potrebbero aiutare a rimettere in ordine i conti della Capitale. Per questo la prima ma tardiva mossa del sindaco è aumentare le tariffe per chi pagava troppo poco. Una decisione presa con l’approvazione in giunta del secondo previsionale di Marino, che aumenta la Cosap: la tassa sale da 3 a 30 euro al giorno per i camion bar, da uno a 4 per i venditori di souvenir, da 300 a 1200 l’anno per gli urtisti, i titolari di banchetti mobili. Per portare a casa altri 70 milioni di euro: più 13 per cento alla voce incassi. Sul capitolo evasione solo la promessa di ‘controlli più incisivi’. Adesso la parola passa all’assemblea capitolina, contro cui puntano il dito gli esercenti per il ritardo nella controffensiva: azione avviata solo dopo il via libera ai piani di massima occupabilità, che riducono lo spazio per tavolini e dehors.

I radar dell’abusivismo, intanto, continuano a registrare il tutto esaurito: l’azione della scorsa estate voluta dal sindaco, con 300 vigili impegnati, si è rivelata un flop. E gli ambulanti irregolari hanno continuato a costruire la loro città fatta di negozi senza insegna né indirizzo, ribattezzata ‘abusopoli’. Le cartoline di questo suk metropolitano sono i camion bar, parcheggiati vicino ai monumenti più belli di Roma: dal Colosseo alla scalinata del Campidoglio, da Castel Sant’Angelo a piazza del Popolo. Settanta chioschi-veicoli che oscurano le bellezze del centro e incassano oltre mille euro al giorno. Un milione di euro il valore di una licenza (l’ultima nel 1989). Un oligopolio che fa schizzare i prezzi: 5 euro per un panino, 3 per una bottiglietta d’acqua. Il listino che il primo cittadino avrebbe voluto imporre è rimasto negli uffici del Campidoglio.

Resistono finché possono anche i caldarrostai. Dal primo aprile avrebbero dovuto chiudere i battenti e spegnere i bracieri: i cartocci a 4 euro l’uno, però, si trovavano fino a pochi giorni fa. Mentre la mappatura stilata dal Municipio I, guidato dal minisindaco dem Sabrina Alfonsi, è scomparsa dal sito del Comune “per aggiornamenti”. Secondo quei dati, dalla metà degli anni Cinquanta è tutto in mano ai Tredicine (che poi hanno conquistato anche i camion bar). Il fondatore dell’impero è Alfiero, zio di Giordano, consigliere capitolino Pdl. Alla Camera di Commercio sono 69 le persone con questo cognome.

Il tour paccottiglia segue la stessa direttrice dei chioschi mobili. Il giorno dopo la firma del patto per Roma sicura sono una decina gli abusivi su via del Corso: vendono cover per cellulari, rose, occhiali e ombrellini da sole. A piazza Venezia stessa scena. Così come su via Nazionale, dove tutte le panchine si trasformano in bancarelle. Ma il record spetta a via dei Fori: in poco più di un chilometro circa 50 tra venditori di souvenir, borse e bottigliette d’acqua. Mentre passa un’auto della Gdf, con un finanziere solitario che può solo guardare. Intorno al Colosseo, invece, inutile provare a contare.

La foto potrebbe essere scattata in una qualsiasi delle strade del centro. E la «valorizzazione dei monumenti eliminando le brutture» resta una richiesta del sovraintendente capitolino ai Beni culturali, Claudio Parisi Presicce. Anche per questo, non solo per combattere la movida violenta e lo spaccio, nasce il piano Roma Capitale sicura. Firmato il 19 maggio al ministero dell’Interno, è il quarto tentativo fatto in 7 anni dal Comune contro l’illegalità. Per i cittadini la possibilità di inviare sms ed mms di denuncia contro il suk urbano. Operazione inutile per Antonio Patitucci, segretario del Silp-Cgil di Roma, visto che la «pianta organica è del 36% inferiore rispetto al 1995 e mancano mezzi, tecnologie e strumenti giuridici». Poi l’affondo: «Bastava dirottare tali sms presso le sale operative della Polizia e dei Carabinieri».

Allo Scico della Gdf il compito di risalire alla catena del falso. Oggetti che spesso sbarcano in città dai porti del sud e vengono stipati nei magazzini di export su via Prenestina, finendo nei retrobottega di alcuni negozi all’Esquilino. L’obiettivo è quello di spezzare il legame tra contraffazione e schiavitù, che per la Confcommercio altera il sistema della concorrenza. E si traduce con un’entrata certa per le organizzazioni criminali, come dimostrano le indagini degli ultimi anni. Oggi la maggioranza degli sfruttati arriva dal sud del continente asiatico: viaggiano in tanti e con poche merci, per limitare i danni da sequestri. Soprattutto mantengono il silenzio quando fermati. Il problema è soprattutto di mancanza di controlli per la cronica carenza di uomini, che, più volte, si sono dichiarati impotenti di fronte questa piaga.

 «In questo sarà fondamentale il supporto della Guardia di Finanza grazie al patto per Roma», spiega l’assessore capitolino Marta Leonori. Perché i vigili sono ancora in fibrillazione per difendere il salario accessorio, salvo solo fino a luglio. Aspettando quelle «verifiche che Comune e Mibac faranno per reperire le informazioni utili a una riorganizzazione del settore», dice la titolare delle Attività produttive. Dati che, in realtà, aveva promesso di rendere pubblici all’inizio di giugno. Per restituire alla città le cartoline originali, attese da tempo.

Santo Iannò

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