Tavolino selvaggio, a piazza Navona tutti chiusi per protesta

Incredibile, ma vero. Quello che accade a piazza Navona è sicuramente un inedito per una delle zone di Roma più conosciute, ma è reale: bar e ristoranti chiusi, in pieno agosto. Niente ferie, ma una forma di protesta contro la lotta al ‘tavolino selvaggio’ lanciata dal Campidoglio. Solo due bar aperti. Gli altri tutti chiusi, dopo essere stati costretti a liberare il marciapiede da tavoli, sedie e gazebo. Lo impone un’ordinanza del Tar e loro hanno scelto la strada della serrata. In totale erano sette, tra bar e ristoranti, i locali che hanno lasciato le serrande abbassate. Sui muri della storica piazza scritte e manifesti contro l’amministrazione capitolina. Lo scontro, dopo la chiusura imposta ieri al ristorante «I tre scalini» e al bar «Bernini», sembra alzarsi di tono tra esercenti e Campidoglio.  I titolari degli esercizi commerciali parlano di ‘follia’, mentre gli agenti della polizia municipale vigilano sulle operazioni. Tutto sotto gli occhi increduli dei tantissimi turisti. L’incasso giornaliero perso, secondo le stime degli esercenti, è di circa 8 mila euro. Una forma di protesta inevitabile, “perché restare aperti senza poter mettere i tavolini è un suicidio”, spiegano. Anche il Codacons si schiera contro il Tar e la sentenza contro cui faranno ricorso. Una decisione, dicono, che “mira a limitare la possibilità per cittadini e turisti di fruire di Piazza Navona”. Confcommercio che giudica “assurdo” quanto sta avvenendo in piazza Navona. «È inaccettabile – tuona il presidente di Confcommercio-Fipe Roma, Fabio Spada – che esercizi che hanno posseduto per anni regolare autorizzazione, oggi siano considerati degli abusivi a tutti gli effetti come i venditori ambulanti privi di autorizzazioni, suonatori e pittori improvvisati”. Da un estremo all’altro.