Estate, a Ostia “la spiaggia non è libera”: i Verdi attaccano gli stabilimenti balneari

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«Ostia è l’esempio più dequalificante d’Italia e forse d’Europa per quanto riguarda l’accesso al mare, con i turisti stranieri messi in fila e costretti a pagare il biglietto d’ingresso». Così il presidente dei Verdi Angelo Bonelli, ex presidente del Municipio di Ostia, ha parlato del mare di Roma a Radio Anch’Io, in onda stamani da uno stabilimento del litorale. ‘Diritto al mare, diritto alle spiaggè il titolo della puntata del programma di Radio 1, con Ostia caso eclatante a livello nazionale. «Su 9 chilometri di costa ci sono 65 stabilimenti balneari, è stato detto, ed è difficile accedere al mare senza pagare». «A Ostia l’86% delle spiagge non sono fruibili liberamente dai cittadini», ha denunciato Bonelli. Tanto che a giugno scorso il Comune di Roma assieme al mini Municipio del litorale ha aperto di forza due varchi. «Con le ruspe abbiamo abbattuto delle siepi, tolto dei cancelli e dietro è spuntato il mare – ha raccontato il delegato alla Sicurezza del Campidoglio Rossella Matarazzo, vicequestore della polizia -. Vogliamo restituire il mare di Roma ai romani, ripristinare la legalità. Apriremo altri varchi, con calma e contro tutti». La difesa è affidata a Renato Papagni, presidente nazionale di Federbalneari e storico proprietario di stabilimenti a Ostia. «Sono in totale sintonia con Bonelli – ha detto suscitando l’ilarità del presidente dei Verdi -. C’è bisogno di interventi nell’interesse degli imprenditori e della città. Ma aprire due varchi è tutto fuorchè aprire il mare ai cittadini. Sono vergognosi, larghi un metro, non ci entra un passeggino. Da 12 anni – ha proseguito – aspettiamo un Piano della costa per demolire il lungo muro di Ostia e riconvertire queste strutture».