Dipendenza dal gioco. In comunità per curarsi | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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CASSINO/Perde 400mila euro al gioco, in comunità per curarsi

exodus_cassinoHa bruciato alle scommesse sportive un patrimonio da 400mila euro e da cinque mesi sta curando la sua dipendenza dal gioco all’interno della comunità Exodus di Cassino così come si curano i tossicodipendenti. Trentotto anni di Roma, laureato in filosofia con il massimo dei voti all’Università di Tor Vergata, l’ex giocatore accetta di raccontare la sua storia. «È una scarica di adrenalina della quale non ne puoi fare a meno proprio come i tossicodipendenti non possono fare a meno della dose – dichiara l’uomo ricordando il suo passato – Ti ritrovi poi solo, rovinato e a mentire agli altri e a te stesso. Scommettevo su eventi sportivi con puntate da circa 100 euro fino a quando non mi sono ritrovato con un grosso capitale in banca dovuto alla vendita di un appartamento di famiglia. A quel punto le puntate sono diventate di mille o anche duemila euro. Mi capitava anche di vincere forte, tanto che in una sola giocata puntando 8mila euro su una partita di basket ho vinto 6.500. Ho cominciato a pensare che di quella attività ci si poteva anche vivere». Quando il gioco entra nel sangue, però, ti fa ricordare le vincite ma non le perdite. «Quando perdi pensi che sia un momento negativo e che presto passerà. Inoltre con così tanti soldi che ti passano per le mani, adotti uno stile di vita anche molto dispendioso. Mi accorgevo, però, che anche una partita di tennis giocata da sconosciuti su cui avevo scommesso, diventava la partita della vita. Sembrava che fossi io a giocarla perdendo completamente il senso della realtà. Nel giro di 8 anni, ho bruciato tutto il mio patrimonio e quando mi sono trovato sull’orlo del baratro, mi sono ritrovato anche solo». A quel punto è cominciato il percorso di recupero nella comunità terapeutica Exodus di Cassino. «È difficile curare la dipendenza dal gioco, più di quanto non lo sia curare quella dalla droga o dall’alcool». Dichiara Luigi Maccaro responsabile della comunità cassinate. «Un tossicodipendente o un alcolista si convincono prima della loro condizione di sudditanza verso le sostanze che assumono. Il giocatore, invece, pensa che con la sola forza di volontà può riuscire a smettere ma questo non accade mai. Il problema sta nel proliferare di sale scommesse, delle slot machine e di lotterie istantanee di ogni tipo e che creano falsi miti facendo leva sui desideri della gente ma che finiscono, invece, per distruggerne i sogni e la vita

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