Esplosione tombino, muore il caposquadra Marcin Macow | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Esplosione tombino: morto Macow, il caposquadra lascia 4 figli. Aperta un’inchiesta

esplosionetombinoNon ce l’ha fatta Marcin Macow, per tutti ‘Martinò, a sopravvivere all’esplosione avvenuta mentre lavorava in una galleria di servizi sotterranea a Roma, nel quartiere Monteverde, cinque giorni fa. Il fuoco che lo ha investito e gli ha causato ustioni di terzo grado sul 70 per cento del corpo, lo ha ucciso. Martino è morto ieri alle 6 all’ospedale Sant’Eugenio, lascia la moglie e quattro figli. E si aggrava l’ipotesi di reato, che passa da lesioni gravi a omicidio colposo, al momento senza indagati. Gli inquirenti hanno disposto l’autopsia e avviato una serie di accertamenti per verificare eventuali responsabilità penali dietro questa ennesima morte sul lavoro. La mattina del 21 agosto l’operaio polacco si era calato per primo per un intervento di riparazione alla rete idrica. Secondo quanto ricostruito da chi indaga lo scoppio, seguito da una fiammata, potrebbe essere stato causato da una «sacca di gas» dopo la «rottura di una lampada» che avrebbe fatto da innesco. Macow, 56 anni, caposquadra della ditta Poggio Bustone Srl che stava operando per conto di Acea, era stato preso in pieno dalla fiammata. L’uomo era stato ricoverato nel reparto grandi ustionati del Sant’Eugenio ma le condizioni erano apparse subito disperate. Nella stessa mattina dell’incidente alcuni residenti avevano parlato di un persistente odore di gas nella zona. «Avvertiamo l’odore di gas continuamente – aveva raccontato un altro residente della zona – così rompono e riparano ma senza risolvere mai definitivamente la dispersione». Un portavoce di Italgas fa sapere che «la società sta prestando la massima collaborazione all’autorità giudiziaria fornendo tutti gli elementi richiesti per far luce sulla vicenda. Relativamente alle presunte segnalazioni di odore di gas che alcuni residenti affermano di sentire da tempo, Italgas precisa che al centralino del Pronto intervento su piazza Dunant è pervenuta un’unica segnalazione a maggio scorso. La società ricorda che tutte le telefonate al Pronto intervento sono registrate e conservate secondo i termini di legge». Sulla morte dell’operaio è intervenuto il vicesindaco di Roma, Luigi Nieri, affermando che «la città di Roma è vicina alla famiglia, in particolare ai suoi figli, che hanno perso un papà che si sacrificava e lavorava sodo per loro. A tutti loro trasmetto il cordoglio dell’intera amministrazione capitolina». Per il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, siamo in presenza di «un fatto gravissimo e inaccettabile, di fronte al quale le istituzioni non possono rimanere inermi e devono aumentare i propri sforzi per garantire la sicurezza sui posti di lavoro». Dal canto loro Cgil, Cisl e Uil chiedono un incontro urgente con la dirigenza dell’Acea. La Cgil spiega inoltre che «non possiamo limitarci a denunciare la mancanza di sicurezza sui posti di lavoro senza affrontare e rimuovere a monte le cause. Esse vanno individuate nella gestione degli appalti e dei sub-appalti che vengono sempre governati dalla logica del massimo ribasso e del frazionamento. Acea deve dare un taglio col passato, puntare sulla qualificazione d’impresa, come ci ha già garantito l’attuale management, alzare il livello di attenzione sulla salute e sulla sicurezza sia dei suoi dipendenti ma anche di chi è impiegato negli appalti». L’assessore ai Lavori pubblici Paolo Masini sottolinea che «tutti noi, ciascuno dalla propria postazione, abbiamo il dovere di fare in modo che episodi del genere non debbano più accadere nella nostra città. Siamo certi che il nuovo corso Acea si impegnerà in maniera ancora maggiore per porre tra le proprie priorità la sicurezza sui luoghi di lavoro».

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