Emergenza alberi: non solo colpa del maltempo ma di scarse risorse | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

Emergenza alberi in città, solo la metà delle piante viene controllata: lo rivela il Comune

albero cadutoIl crollo di un albero, nei giorni scorsi in via Nomentana, è solo l’ultimo di una lunga serie. Aveva colpito un’auto ferendo i passeggeri. Ma le condizioni del verde pubblico a Roma sono da far tremare le vene ai polsi. Ogni volta che la protezione civile dirama un allarme maltempo, nel dipartimento giardino ci si affida alla buona sorta. Nella speranza che una folata di vento non si trasformi in tragedia. La colpa sempre la stessa: cronica mancanza di fondi per la manutenzione del verde. I dati sull’emergenza sono infatti emersi questa mattina nel corso della commissione Ambiente convocata dal presidente pd Athos De Luca per avere il polso della situazione sulle alberature romane.
In attesa della relazione su censimento e monitoraggio chiesta da De Luca al Servizio Giardini e di una convocazione dell’assessore all’Ambiente Estella Marino in merito, è stato Francesco Messina, direttore dell’Ufficio Alberate del Servizio Giardini a illuminare un quadro non troppo incoraggiante. “Per i 140.000 alberi sulle sedi stradali, anche giardinetti e piazzette, contati nell’ultima indagine di febbraio, sui 330.000 totali a Roma- spiega Messina- non è stato possibile fare una valutazione approfondita, limitandoci a un’indagine numerica e dimensionale, perché non abbiamo a disposizione le risorse umane ed economiche necessarie. A budget abbiamo qualche migliaio di euro per l’aggiornamento, e come personale stiamo andando piano piano verso l’esaurimento dell’organico, quello che si faceva dieci anni fa ora non è possibile”.  Il direttore del Servizio Giardini del Comune spiega anche che “per fare una visita specialistica con il nostro resistografo a una sola pianta ci vuole  un’ora, lo stesso tempo con cui possiamo censire una strada intera”. Comunque, aggiunge, “la valutazione va aggiornata periodicamente, tempo sei mesi-un anno ‘scade’”. Soprattutto perché “il 50% degli alberi ha più di 60 anni, età che per piante come la robinia significa la fine del ciclo vegetativo”. A complicare la situazione, nota Messina, “le piantumazioni in siti non idonei fatte negli scorsi anni, ponendo per esempio una pianta grande in marciapiede stretto”.
Sulla stessa frequenza i tecnici dell’Ufficio Verde Scolastico, che parlano di “mancanza di visione complessiva. Sono anni che non si fa un investimento sul servizio, bisogna modernizzare”. E poi, sottolineano, “anche delle indagini avviate, come il censimento sui circa 1000 alberi nelle scuole romane che avevamo iniziato nel 2011, non c’è traccia”. Ci vorrebbero “degli uffici appositi in ogni Municipio che possano valutare le piccole e medie alberature e coordinarsi con l’ufficio centrale”. Ma il problema resta: i soldi dove si trovano?

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