Gin e whiskey nel centro anti-alcol: succede al policlinico Umberto I, l'ok del rettore Frati | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Gin e whiskey nel centro anti-alcol: succede al policlinico Umberto I, l’ok del rettore Frati

policlinico umberto iL’alcol venduto in un luogo in cui non dovrebbe essere neppure nominato. Accade a Roma, nel centro regionale del Lazio per il trattamento contro l’alcolismo. E’ stato il rettore Luigi Frati dare  il disco verde all’apertura dei bar nel policlinico universitario Umberto I, senza limitarne l’attività di vendita. Tradotto: nell’ospedale, in bella vista sugli scaffali,  whisky e gin, amari e cognac. C’è di più: per questa attività i due esercizi non pagavano luce né acqua. Tutto a carico del Servizio sanitario regionale. Lo rivela una lettera di contestazione firmata dal direttore dell’ospedale, Domenico Alessio, scritta “con il proposito di eliminare ogni pregressa anomalia rilevata e per il ripristino della legalità”.

Inevitabile la denuncia in procura, prima della lettera inviata al governatore Zingaretti. presentato una denuncia alla procura della Repubblica per furto di elettricità e acqua. Scrive Alessio: “A seguito di un sopralluogo eseguito su richiesta di questa direzione, oggi emerge che nei due bar dell’ospedale vengono vendute e somministrate sostanze alcoliche e superalcoliche con grave pregiudizio della salute pubblica; un’attività illegittima, incompatibile con la mission aziendale e con le finalità di cura e tutela della salute, compito primario di un policlinico, soprattutto alla luce del fatto che qui opera uno dei più importanti servizi per la prevenzione e la cura delle malattie connesse all’alcolismo, il Centro di riferimento alcologico della Regione Lazio, presso la IV Clinica medica”.

Per Alessio “vi sono fondati dubbi di natura giuridica sui contratti conclusi, riferiti alle svariate attività commerciali interne, in quanto perfezionati dal Demanio in difetto assoluto di attribuzione”. Senza la competenza richiesta, insomma. E “dubbi di natura giuridica” vengono indicati dal direttore generale “sull’illegittimo nulla osta del rettore della Sapienza, Luigi Frati, trascurando quello del legale rappresentante dell’azienda policlinico Umberto I”. Cioè, facendo a meno del parere della direzione dell’ospedale. “Tutto ciò”, scrive ancora Alessio, “appare ancora più sconcertante alla luce del fatto che il demanio e il rettore avrebbero dovuto conoscere l’impegno profuso dall’azienda ospedaliera nella lotta all’alcolismo e a tutte le altre forme di dipendenza”.

Poi, l’affondo finale: “L’illegittimità dei contratti ha comportato disfunzioni e danno erariale con conseguente obbligo di adozione di provvedimenti correttivi di autotutela amministrativa per l’immediata cessazione della vendita e della somministrazione di sostanze alcoliche e superalcoliche”.

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