Teatro, la rassegna Garofano verde per tre spettacoli all'Argentina | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Teatro, la rassegna Garofano verde per tre spettacoli all’Argentina

teatro argentinaQuest’anno la rassegna teatrale ‘Garofano Verdè, organizzata dalla Società per Attori, è stata inopinatamente considerata, alla luce dei parametri applicati dal nuovo bando comunale, una «manifestazione storica non finanziabile». Sostiene quindi la sua XXI edizione il Teatro di Roma e ne ospita dall’8 al 10 settembre all’Argentina la cultura omosessuale raccontata attraverso i linguaggi della scena contemporanea, a cura di Rodolfo Di Giammarco. Tre gli appuntamenti in programma, ognuno con una sola replica: lunedì 8 settembre la Compagnia Vucciria Teatro propone ‘Io, mai niente con nessuno avevo fattò di Joele Anastasi, anche regista e co-interprete con Enrico Sortino e Federica Carruba Toscano, un dramma di tre voci che scavano nell’ingenuità e nella passione, nell’istinto di un universo popolare, nella poesia dura e ingrata di omosessualità, violenza e malattia sullo sfondo di una Palermo senza filtri. Martedì 9 Teatri Uniti presenta ‘Birre e rivelazionì di Tony Laudadio, con Roberto De Francesco e Andrea Renzi, atto unico in otto birre scritto per la rassegna, con un confronto progressivo e scomodo tra due adulti, che parlano di uno stesso giovane, amato in modo istintivamente paterno da uno dei due e entrato nella sfera affettiva del docente che va a trovare il genitore del ragazzo nel pub da lui gestito. Mercoledì 10 arriva con ‘Un baciò un fatto di cronaca americana del 2008 riletto, riscritto, adattato al teatro dal suo stesso autore, Ivan Cotroneo, per Iaia Forte, Enzo Curcurù e Matteo Lai: al centro, in un liceo californiano, la morte di un ragazzo quindicenne ucciso da un suo coetaneo che non ne accettò il corteggiamento, con anche un terzo punto di vista, quello di una professoressa in stretta relazione con i due adolescenti. Visto la recrudescenza di idee e episodi antigay, Di Giammarco nota che «sembra strano e insopportabile dover far capo a questi argomenti» proponendo, ancora una volta, «una manifestazione che si serve del sapere della scena e della forza espressiva di autori, attori e registi, per candidare permanentemente a calendario di appuntamenti, una serie di spettacoli, mise en espace, letture e risorse comunque teatrali che non alzino mai la voce, ma parlino dei sentimenti seri, dei problemi seri, delle risorse serie, delle ingiustizie serie e delle bellezze serie dette e non dette di esistenze omosessuali che rifiutano ogni ghetto, ogni èlitarismo, ogni clubbistica classificazione, ogni stupida caricatura, ogni deleterio sospetto di mentalità non ortodossa».

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