Vigili, non ci sono più i caschi bianchi di una volta: tra inchieste e contratti la dura vita dei pizzardoni | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

Vigili, non ci sono più i caschi bianchi di una volta: tra inchieste e contratti la dura vita dei pizzardoni

vigili in scioperoA loro spetta stanare gli automobilisti indisciplinati, tocca gestire l’invasione dei commercianti abusivi, far rispettare i Piani di massima occupabilità agli esercenti che invadono il centro con il tavolino selvaggio. Lo fanno senza mezzi, tra cui le motociclette ferme, e senza uomini. Eppure da tutori della legalità e del decoro del centro di Roma a cupola che riscuote mazzette, per chiudere un occhio su abusi amministrativi, il passo è breve. E anche se alcuni episodi sono dei casi isolati, sono gli stessi vigili urbani a trasformarsi in nemici. Non aiutano, infatti, le ultime inchieste sui casi di corruzione che hanno investito il comando della polizia locale. Perché il pizzardone che pretendeva duemila euro al gioielliere di piazza Margana potrebbe non aver fatto tutto da solo.

Il caso esplode quando un commerciante racconta del casco bianco che con troppa sicurezza gli richiede una bustarella per far terminare senza ostacoli i lavori di ristrutturazione del suo negozio. Luciano Di Cosmo viene accusato di concussione e finisce ai domiciliari. Ma la macchina si è messa in moto, le attività investigative vanno avanti senza sosta. Le intercettazioni telefoniche fanno il resto, svelando tutto il sistema strutturato, secondo gli inquirenti, nel I gruppo. Varie le chiamate ascoltate dai carabinieri, che evidenziano le modalità non ortodosse con cui Di Cosmo porta avanti le verifiche sulle violazioni edilizie.

Non solo la gioielleria dunque, ma anche una palestra. Un geometra lo chiama e gli chiede della Dia che serve per il cambio di destinazione d’uso. Non manca la telefonata di un collega: ha bisogno di risolvere una grana per un architetto. La soluzione è semplice: pagare per avere la pratica pronta. Troppe parole che corrono tra un telefonino e l’altro, troppi indizi per non approfondire. Così i militari di via dei Selci si mettono alla ricerca di fascicoli che possano svelare il sistema e scoprire eventuali complici. Vengono sequestrati i documenti del dipartimento edilizia della Municipale di via della Greca.

Faldoni, pile di carte in cui si cerca la verità. In parte anticipata in un’informativa dei carabinieri: “Le attività investigative hanno permesso di ricostruire il modus operandi del vigile nell’ambito di altre situazioni di elevato interesse che potranno essere approfondite”. Perché, ne sono convinti gli inquirenti, non si tratta di casi isolati o mele marce. Ecco come si passa da tutori del decoro a nemici in divisa. Eppure non sono solo questi i problemi che attanagliano il corpo della polizia locale di Roma. Perché se non bastava questa storia di corruzione, ce n’è un’altra che parla di talpe tra i colleghi.

E rende ancora più fosco il quadro sulla situazione dei pizzardoni romani. Perché sono loro che dovrebbero essere attenti al rispetto delle nuove regole sui Piani di massima occupabilità. A loro il compito di evitare il suk del tavolino selvaggio, dopo la crociata contro i dehors lanciata dall’assessore capitolino al Commercio, Marta Leonori. Ma c’è qualcosa di strano che salta agli occhi: in regola quando i vigili sono in procinto di un blitz, il caos quando vanno via. Sì, perché sedie e tavoli scompaiono a seconda degli orari. La fila si allarga o restringe a seconda dell’occorrenza. Possibile? Sembra proprio che alcuni gestori di bar e ristoranti riescano ad avere in anticipo notizie sui provvedimenti. E tutti, anche tra i caschi bianchi, parlano di un informatore, o più d’uno, al soldo degli esercenti.

Una notizia che inizia a circolare nei giorni successivi alla guerriglia di Tor  Mellina, dove i titolari dei negozi e gli agenti della polizia locale sono stati impegnati in duro corpo a corpo prima che gli arredi esterni fossero portati via. E, anche se il ragionamento ha più di una piega, in molti si chiedono perché rispettare le regole se sono i vigili stessi ad adoperarsi affinché tutto resti uguale e avere il proprio personale tornaconto economico. Ecco come una categoria già in forte difficoltà finisce per passare da una parte all’altra della barricata, trasformandosi in nemico. Perché a loro tocca anche arginare il fenomeno degli ambulanti abusivi che assediano le zone del centro e i turisti, creando un danno agli stessi commercianti che perdono parte dei loro guadagni anche per questo.

Niente da fare: da casco bianco a casco nero il passo è breve. Soprattutto quando davanti ai loro occhi si consuma l’estorsione dei parcheggiatori. Proprio come accade a piazza della Consolazione, a due passi dal comando generale. Troppo  rischioso avvicinarsi alle bande del racket del parcheggio, proprio come accade a chi insegue gli ambulanti illegali o prova a fermare uno scippatore. Così, senza uomini e mezzi, preferiscono la linea del non interventismo. O quella dell’intervento per i propri interessi. Anche a rischio di screditare l’intera categoria.

Capitolo salario accessorio. Sono gli unici insoddisfatti. La sola categoria che, dopo gli incontri con il vicesindaco Luigi Nieri, non ha ottenuto le rassicurazioni sperate.  Così se per gli altri dipendenti del Comune di Roma si può parlare di ‘fumata bianca’, sinonimo di accordo in arrivo, per i vigili urbani il discorso si fa più complicato. E la tregua sperata, e rincorsa, sul salario accessorio appare ancora lontana. Il sindacato Ospol annuncia un autunno caldo e prepara le barricate. L’agitazione, per dirla con le parole del segretario Lulli, prosegue “perché il primo cittadino, Ignazio Marino, sulla polizia locale non ha idee chiare”.

Non dipende solo dalla parte che fa crescere la busta paga e che sarà sostituita da un premio produttività nel nuovo contratto di lavoro decentrato. La richiesta è sempre la stessa: risorse specifiche. Gli euro extra, infatti, non possono essere legati al raggiungimento di obiettivi specifici, “in uno stato di totale disorganizzazione che attualmente investe il corpo”, aggiunge ancora il sindacalista.

Colpevoli i due inquilini del Campidoglio, così come il comandante dei caschi bianchi. Raffaele Clemente, per l’organizzazione sindacale, fa finta di non vedere come gli agenti della polizia locale non riescano più a garantire i servizi alla cittadinanza. La colpa?  Le gravi carenze di organico. Tutto mentre aumentano le malattie professionali di 5 punti percentuali, passando dal 7 al 12% dal 2010. E i livelli di sicurezza ne risentono. Anche se dalla stipula del nuovo contratto, secondo i piani di palazzo Senatorio, i pizzardoni in strada dovrebbero aumentare.

Come, dati i buchi del personale, ancora non è dato sapere. Quel che è certo è che l’Ospol sta organizzando i suoi uomini. Non solo scioperi, ma anche altre forme di protesta. Tra le ipotesi la riconsegna della pistola. La tutela del traffico sarà la prima a saltare in caso di scontro frontale. L’amministrazione comunale continua a ripetere che per quest’anno il fondo è di 148 milioni di euro, per tutti i 24 mila dipendenti capitolini, cercando di convincere che non un euro sarà perso. Anche se i caschi bianchi sono più che sicuri che accadrà, con cifre che andranno dai 100 ai 200 euro al mese.

La questione però resta. Come legare gli extra alla produttività? Il nodo non è ancora stato sciolto. Ma la via indicata prevede più vigili in strada e turni più lunghi. Il dialogo è stato riavviato, ma non per tutti. E la battaglia, promettono, non sarà semplice.

 

Non solo inchieste e salario accessorio. Sono altri due i fronti aperti e che preoccupano i vigili della Capitale: le notizie che riguardano il poligono all’amianto e il braccio di ferro con i titolari di bar e ristoranti del centro, con cui si scontrano – anche fisicamente – per far rispettare gli spazi che devono occupare tavolini e sedie. L’unica buona notizia sembrava essere arrivata sul fronte della mobilità in servizio. Pochi giorni fa la comunicazione delle 24 nuove moto fiammanti che arriveranno al comando di Roma direttamente dalla Bmw: un altro noleggio, mentre è appena scattato l’automatico riscatto per altri 10 mezzi. Eppure nei garage del corpo si trovano ben oltre 100 veicoli in attesa di una riparazione. Bastava l’ordinaria manutenzione, invece l’usura e il periodo di stop decreta il fine vita per alcune ruote. Solo un terzo sarà riparato.

E la domanda sorge spontanea: possibile che in tempi di spending review quei soldi non possano essere usati per le buste paghe, assediate dalla cancellazione del salario accessorio o per assumere altri caschi bianchi? I buchi nel personale sono stranoti e i pizzardoni hanno appena avviato la guerra al dehors selvaggio, come prescrive la ricetta dell’assessore capitolino al Commercio, Marta Leonori. Qualche uomo in più non farebbe male, basta guardare le botte che sono volate nei blitz dei giorni scorsi. Piazza Navona, Pantheon, Trastevere: nessuna zona esclusa.

L’ultimo caso è quello di via Tor Millina, dove gli esercenti hanno opposto resistenza all’ordine. “Avete 60 secondi per sgomberare”, hanno tuonato gli agenti della polizia locale. E si è scatenato l’inferno. Chi provava a tenere i tavolini se li è visti togliere di peso dagli uomini in servizio.  Con relativo e conseguente scambio di accuse: i ristoratori che parlano di ‘un vero e proprio casino, con piatti e bicchieri rotti’; i vigili che non ci stanno e respingono le critiche. Ma il problema resta: possono far rispettare le regole senza avere i numeri dalla loro?

Senza dimenticare la spada di Damocle che pende sulla loro cartella clinica: si chiama amianto. Ed è quello con cui sarebbero venuti a contatto al poligono di tiro di Latina, dove si addestra la polizia di Stato. La denuncia è del sindacato autonomo Coisp, la bomba esplode in estate e colpisce oltre 3 mila caschi bianchi. Che vanno lì per l’addestramento, per migliorare la mira, e si ritrovano ancora una volta a rischiare la pelle. La presenza del materiale cancerogeno era stata già riscontrata un anno fa: l’eternit, infatti, era stato trovato accatastato in una costruzione limitrofa. E ora la paura fa da padrone; anche perché, come pensano in molti nel corpo, qualcuno sapeva ma ha taciuto.

La richiesta è sempre la stessa: risorse specifiche. Gli euro extra, infatti, non possono essere legati al raggiungimento di obiettivi specifici, “in uno stato di totale disorganizzazione che attualmente investe il corpo”, aggiunge ancora il sindacalista.

 

Colpevoli i due inquilini del Campidoglio, così come il comandante dei caschi bianchi. Raffaele Clemente, per l’organizzazione sindacale, fa finta di non vedere come gli agenti della polizia locale non riescano più a garantire i servizi alla cittadinanza. La colpa?  Le gravi carenze di organico. Tutto mentre aumentano le malattie professionali di 5 punti percentuali, passando dal 7 al 12% dal 2010. E i livelli di sicurezza ne risentono. Anche se dalla stipula del nuovo contratto, secondo i piani di palazzo Senatorio, i pizzardoni in strada dovrebbero aumentare.

Come, dati i buchi del personale, ancora non è dato sapere. Quel che è certo è che l’Ospol sta organizzando i suoi uomini. Non solo scioperi, ma anche altre forme di protesta. Tra le ipotesi la riconsegna della pistola. La tutela del traffico sarà la prima a saltare in caso di scontro frontale. L’amministrazione comunale continua a ripetere che per quest’anno il fondo è di 148 milioni di euro, per tutti i 24 mila dipendenti capitolini, cercando di convincere che non un euro sarà perso. Anche se i caschi bianchi sono più che sicuri che accadrà, con cifre che andranno dai 100 ai 200 euro al mese.

La questione però resta. Come legare gli extra alla produttività? Il nodo non è ancora stato sciolto. Ma la via indicata prevede più vigili in strada e turni più lunghi. Il dialogo è stato riavviato, ma non per tutti. E la battaglia, promettono, non sarà semplice.

 

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