Teatro Eliseo, dopo il Valle un altro sfratto: via la cultura, dentro locali notturni | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Teatro Eliseo, dopo il Valle e l’America un altro sfratto: via la cultura per fare spazio a locali notturni

Il 30 settembre il decreto sarà esecutivo e i lavoratori, che occupano la struttura, saranno costretti ad abbandonare lo storico spazio

piccolo-eliseo-ingresso2Dopo l’America, il Valle e il Metropolitan, un altro sipario si appresta a calare su uno dei più antichi luoghi culturali di Roma. Si tratta dello storico Teatro Eliseo e del fratello «minore», il Piccolo Eliseo, sui quali pende la spada di Damocle dello sfratto. Il 30 settembre prossimo, dopo due rinvii, il decreto sarà esecutivo e i 250 lavoratori che da mesi «occupano» la sala con un’assemblea permanente dovranno lasciare lo stabile al proprietario dell’immobile che, secondo indiscrezioni, avrebbe in programma di realizzare dei locali notturni. Addirittura per il «Piccolo» si parla di una sala giochi o di un locale da ballo. In settimana, comunque, la società che gestisce il cartellone dovrebbe incontrare la proprietà per cercare di trovare un accordo. Contemporaneamente si muove anche la politica, con Campidoglio e Regione «al lavoro con la speranza di trovare un accordo e salvare il teatro». L’appello è stato lanciato ieri dai sindacati, preoccupati per il destino delle centinaia di lavoratori a rischio licenziamento. «Crediamo che in virtù dell’importanza del teatro e di quello che dice il ministro Franceschini che ne vuole tutelare la valenza storica, serva un intervento forte delle istituzioni – afferma il segretario regionale del Slc-Cgil, Alberto Manzini – Abbiamo visto un ruolo attivo da parte della Regione, ma un silenzio assordante del Comune di Roma. Non capiamo come mai l’assessore Marinelli e il sindaco Marino non si stiano muovendo per trovare una soluzione che dia non solo tranquillità alle persone che ci lavorano ma che tuteli una struttura di interesse culturale». Proprio dall’Eliseo era partita oltre un anno fa la campagna elettorale di Ignazio Marino per la corsa al Campidoglio. È proprio l’assessorato, guidato da Giovanna Marinelli, a specificare che l’amministrazione comunale è al lavoro per far sì che i due soggetti privati, gestore e proprietario dell’immobile, trovino un accordo per andare avanti e salvare il teatro«. Al momento la trattativa è in fase di stallo con la proprietà che non sembra aver alcuna intenzione di fare passi indietro nei confronti della società che gestisce il teatro, che da anni non riesce a saldare i conti per quanto riguarda le utenze e l’affitto dell’immobile. Il destino di quella che fu l’Arena Nazionale, uno dei primi teatri di varietà, sembra dunque segnato, anche se i lavoratori ostentano fiducia e i biglietti ed gli abbonamenti continuano ad essere venduti per la stagione ormai alle porte (comincerà il 9 ottobre). »Qualora lo sfratto dovesse avvenire la società è pronta a rimborsare, ma è molto difficile che si annulli un’intera stagione«, dicono dall’ufficio stampa. Secondo indiscrezioni ci sarebbe già una cordata di imprenditori pronta a rilevare l’Eliseo, scongiurando così l’ennesima chiusura di un pezzo di storia della cultura romana.

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