Piazza di Spagna, gli ambulanti rigettano lo sfratto: "Non moriremo di fame" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Piazza di Spagna, gli ambulanti rigettano lo sfratto: “Non moriremo di fame”

ambulanti protesta«Noi vendiamo souvenir non possiamo che lavorare dove ci sono i turisti» racconta Fabio Gigli, presidente degli urtisti (ossia i venditori ambulanti di souvenir) «ci toglierebbero il pane mandandoci via dal centro» raccontano i manifestanti. Al grido di «vergogna, ladri!» gli urtisti romani questa mattina poco dopo le 12 si sono ritrovati sulla scalinata di piazza di Spagna per protestare contro la decisione del Campidoglio che vuole allontanarli dal centro storico della città «per motivi di decoro», al pari dei camion bar. Poche settimane fa il tavolo tecnico tra Campidoglio e Ministero ha dichiarato incompatibili la collocazione di 43 urtisti, 22 posizioni dove ruotano circa 70 camion bar e 11 fiorai con tutta l’area archeologica centrale che comprende Fori, Colosseo, Piazza Venezia, Tridente, Piazza di Spagna e Trinità dei Monti, Circo Massimo. «Siamo nati 150 anni fa con una bolla papale – prosegue Gigli – negli anni non abbiamo fatto altro che perdere soste e fare accordi con l’amministrazione: li abbiamo sempre rispettati. Ci avevano promesso addirittura un negozio, ma poi questo non è avvenuto. Crediamo che il decoro sia importante, per questo negli anni abbiamo proposto dei banchi ma non abbiamo mai avuto risposte» conclude il presidente. Sono 112 licenze, quelle degli urtisti, che si tramandano di padre in figlio in famiglie quasi tutte di origine ebraica di un mestiere che affonda le sue radici nel tempo e nella romanità. Nato come una beffa, «il Papa concesse ai nostri avi la licenza di vendere immagini sacre, che era peccato per la nostra religione», poi divenne un mestiere a tutti gli effetti«. Si chiamano urtisti perchè un tempo vendevano la merce contenuta in una cassettina e per attirare l’attenzione dei potenziali acquirenti li »urtavano«, appunto. »Facciamo questo mestiere da sempre. La licenza l’ho ereditata da mio padre e da mio nonno -racconta un Donato – Mio padre è stato deportato, poi ha continuato a fare questa attività«. »Io lavoro con questa licenza ma anche mia zia – spiega Giovanni – dunque siamo due famiglie che campano con questa licenza, se me la levano da domani non abbiamo più lavoro« . Al sit in erano presenti anche Tommaso Giuntella, presidente del PD Roma, Alessia Salmoni Presidente del Consiglio del XII municipio e Cristina Maltesi, Presidente del Municipio XII. »È vero che alcune cose devono essere rimesse a posto per il decoro, ma gli urtisti rappresentano la storia della città. Bisogna trovare una soluzione per cui si faccia una differenza tra la categoria degli urtisti e altre categorie« dichiara Giuntella. Al termine della manifestazione arriva la telefonata del delegato del sindaco, con la quale si comunica che riceverà gli urtisti il 29 settembre per iniziare un tavolo di lavoro insieme ad Alessia Salmoni e Tommaso Giuntella.

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