Fotografia: i mille volti del ritratto al festival di Roma | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Fotografia: i mille volti del ritratto al festival di Roma

Roma è invasa da mille volti. Inaugura domani Fotografia – Festival internazionale di Roma, rassegna giunta alla tredicesima edizione, che andrà avanti fino all’11 gennaio. Il tema di quest’anno è il ritratto, forma di rappresentazione tradizionale dell’arte e, proprio per questo, strumento privilegiato per interpretare il rapporto tra gli individui, la collettività e il tempo. «Ciò che davvero conta nel ritratto è la relazione che si crea tra il fotografo e la persona fotografata – spiega Marco Delogu, direttore artistico del festival -. L’opera è la rappresentazione di questo legame ideale. Questa è la differenza che c’è tra le foto in cui il soggetto assume una posa e le immagini che pretendono vanamente di catturare la natura degli individui rappresentati ritraendoli a loro insaputa». Cuore di «Fotografia» è la mostra ospitata negli spazi del Macro di via Nizza: una collettiva composta da autori selezionati, curatori, critici e direttori di musei a livello internazionale. Tra le tante opere esposte c’è la raccolta Asylum of the Birds di Roger Ballen, una serie di immagini oniriche sullo sfondo di alcune baracche nella periferia di Johannesburg. Nel lavoro di Ballen il soggetto del ritratto viene scomposto sia concettualmente, con la presenza di elementi dal forte significato metaforico, sia nella sua fisicità: il risultato sono composizioni surreali, all’interno delle quali i volti si mischiano con oggetti magici, segni di inquietudine, visioni e tantissimi uccelli. Ci sono poi gli amici «sballati» di Larry Fink: una serie di ritratti e scene di vita quotidiana che il fotografo americano scattò nel 1957, quando aveva 17 anni. I protagonisti sono gli artisti con cui viveva, occupando gli scantinati del Sullivan Street Theatre: Fink è riuscito a cogliere in modo autentico la vitalità di questa comitiva di «sotterranei», capace, a distanza di anni, di trasmettere il senso della propria epoca e della propria giovinezza. All’interno del Festival trovano spazio anche le foto segnaletiche, trovate all’interno dell’Archivio di Stato, di uomini e donne di fine ‘800 accusati di essere degli anarchici, la prima personale in Italia di Asger Carlsen, gli scorci di una Roma avvolta dalla luce di Marco Delogu, i ritratti della collezione Trevisan. Tante, anche quest’anno, le mostre collegate, ospitate da Accademie straniere, spazi istituzionali e gallerie private di Roma. Per citarne una, la retrospettiva dedicata ad August Sander e Helmar Lerski, prodotta e organizzata dall’Accademia tedesca. Durante il primo fine settimana si terranno le «Anna Gianesini – Fotografia lectures» una serie di lezioni in cui i principali artisti presenti al festival commenteranno le proprie opere. A fine ottobre parte delle foto in mostra saranno ospitate da alcuni centri culturali e teatri della periferia romana. «Il tema del ritratto e dell’identità ha una rilevanza particolare per le periferie» ha detto Giovanna Marinelli, assessore alla Cultura di Roma Capitale «Volontà del festival è muoversi in maniera organica anche fuori dal centro, offrendo un’esperienza che non sia limitata al solo spazio del Macro». Dal 14 al 16 novembre i lavori di Ballen, Fink, Delogu e Antonia Mulas saranno in mostra a Milano, presso i Frigoriferi Milanesi.

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