Salva-Roma, manca la firma ma il Piano di rientro sarà promosso | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Salva-Roma, ‘sì’ al Piano di rientro. Marino: “Liberare 200 milioni dal patto di stabilità”

Incontro a tre per il sindaco, l'assessore Scozzese e Delrio. Il sottosegretario soddisfatto dal lavoro svolto

“Un ottimo lavoro, che permetterà di liberare risorse”. Sono queste le parole che volevano sentirsi dire in Campidoglio e che, dopo mesi di analisi e trattative, sono arrivate ieri dal sottosegretario Graziano Delrio sul Piano di Rientro della Capitale. Lontano da occhi indiscreti l’uomo del governo è arrivato a palazzo Senatorio per un incontro a tre, con il sindaco Ignazio Marino e l’assessore al Bilancio, Silvia Scozzese, sul Salva-Roma. Delrio raggiunge la stanza della titolare dei conti di Roma per il vertice con i 22 primi cittadini europei. Prima del pranzo la chiacchierata informale. L’argomento sempre lo stesso: la cura dimagrante triennale per rientrare dai debiti. Con il ‘sì’, ragionavano da tempo negli uffici capitolini, si potrebbe tornare alla carica per gli extra costi, circa 110 milioni di euro l’anno che la città sostiene in quanto Capitale, e i fondi per riequilibrare il trasporto pubblico locale. Le parole del sottosegretario non lasciano spazio a dubbi: “Il piano è praticamente fatto, concretamente concluso: un ottimo lavoro che porterà Roma a essere più efficiente sotto il punto di vista amministrativo e a fare una vera spending review per liberare le risorse”. Si dice soddisfatto, anche se manca l’ufficialità: la firma sul decreto ancora non c’è. Potrebbe arrivare la prossima settimana, sussurrano e sperano in Campidoglio. Il problema resta quello sul patto di stabilità, per i fondi che mancano ad Atac e alle casse comunali per affrontare oltre 3mila manifestazioni l’anno, la concentrazione di palazzi del potere e il flusso di turisti. Gli extra costi però saranno disponibili solo dal prossimo anno. Così Marino non perde tempo e passa al contrattacco per portare a casa un’altra vittoria: sdoganare dal patto di stabilità i 200 milioni girati alla gestione commissariale del debito. Quei soldi, è la teoria della Scozzese, sarebbero per due volte sottoposti ai paletti di spesa. Il ministro dell’Economia Padoan non si è espresso, ma l’operazione non nasconde dei rischi. Intanto il sindaco si becca i complimenti per aver fatto i compiti a casa. E per averli fatti bene.

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