Allarme fughe da Fiumicino dopo la scomparsa degli algerini. Polaria: "Nessuno scappa" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Allarme fughe da Fiumicino dopo la scomparsa degli algerini. Polaria: “Nessuno scappa”

Una specie di surreale e drammatica ‘acchiapparellà si svolge ogni giorno sulla pista dell’ aeroporto di Fiumicino tra algerini che cercano di entrare clandestinamente in Italia e agenti della polizia di frontiera che li inseguono. Una situazione portata alla luce da un sindacato di polizia, secondo il quale solo a settembre 35 algerini arrivati dal loro Paese sarebbero riusciti a uscire dallo scalo romano invece di proseguire per Istanbul. La Polaria di Fiumicino smentisce seccamente la notizia, emersa durante un’assemblea della stessa polizia, e pur riconoscendo il fenomeno assicura che i 35 di settembre sono stati tutti riacciuffati. Attenuando quindi il timore che attraverso questa via possano infiltrarsi in Italia uomini dello Stato Islamico (Isis) per compiere attentati. Ma la Confederazione sindacale autonoma di polizia (Consap), da cui era partito il primo sos sui 35 algerini in fuga, rilancia. «Dall’inizio dell’anno sono circa 500 gli algerini arrivati all’aeroporto di Fiumicino e spariti nel nulla – afferma il segretario generale del sindacato Giorgio Innocenzi -. Il fenomeno è ormai consolidato ed è stato segnalato sia al ministero dell’Interno sia alla direzione dello scalo romano». Dal Leonardo da Vinci «non sparisce nessuno», assicurano i vertici della Polaria. Il fenomeno del tentativo di ingresso illegale di cittadini algerini attraverso la frontiera aeroportuale di Roma è ben conosciuto dalla Polaria che lo monitora da oltre un anno e nei confronti del quale si è già intervenuti, dicono i vertici della Polizia di frontiera cercando soluzioni sia diplomatiche che commerciali. Ogni giorno, raccontano gli uomini della Polaria del ‘Leonardo da Vincì con il volo Alitalia Algeri-Roma che atterra alle 14.35 arrivano algerini ufficialmente diretti a Istanbul, in possesso di un visto per la Turchia. Una volta nella Capitale invece di aspettare la coincidenza per Istanbul tentano in tutti i modi di scappare, per rimanere clandestinamente in Italia. «Il nostro sforzo è massimo – spiegano alla Polaria – e puntualmente riusciamo a riacciuffarli tutti. Basti pensare che a volte tentano la fuga sulla pista e per cercare di non essere individuati indossano gli stessi gilet catarifrangenti del personale di terra dell’aeroporto». Una volta identificati vengono rimpatriati.

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