Opera, la Cgil rilancia: "La vertenza del Teatro diventi caso nazionale" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Opera, la Cgil rilancia: “La vertenza del Teatro diventi caso nazionale”

– Uniti per evitare che il ‘modellò dei licenziamenti al Teatro dell’Opera di Roma possa essere esportato in tutta Italia. Uniti affinchè questa diventi una vertenza nazionale. Sarà questo lo spirito che domani animerà il coordinamento nazionale dei lavoratori dei 14 Enti lirici e sinfonici Italiani, convocato domani a Roma, al quale prenderanno parte tutti i sindacati. Ma il ministro Franceschini rassicura: «Non ci sarà un contagio. Il caso di Roma è isolato. Ma auspico che in futuro si vada verso situazioni in cui orchestre e coro siano interne ai teatri ma con contratti a termine. Una procedura che potrebbe essere applicata ai nuovi assunti. È un modo per aprire ai giovani e per mettere fine alle rendite di posizione» Non è d’accordo la Cgil: «Si va verso un modello di totale precarizzazione in un settore che è già precarizzato all’80 per cento – spiega Nadia Stefanelli della Slc Cgil – Sono 20 anni che ci provano e li abbiamo sempre avversati. L’Opera di Roma è un’apripista, come confermano le parole odierne del ministro Franceschini. La risposta deve essere unitaria e nazionale». Intanto il sindaco Ignazio Marino parla di un «percorso di grande saggezza intrapreso che porterà alla rinascita del teatro di Roma». E manda a dire ai sindacati che non ripenserà alla sua decisione: «Chiedo ai sindacati, è giusto che un ragazzo giovane, capace, appassionato non possa avere la stessa opportunità di qualcuno più anziano che invece magari è lì seduto e aspetta?». E in merito alla crisi che rischia di aprirsi con la sua maggioranza, con Sel in particolare, contraria ai licenziamenti, Marino rassicura: «Io credo che ci sia semplicemente una necessità di maggiore comunicazione e spiegazione. Ho intenzione di parlare con i capigruppo nei prossimi giorni. Nessuno immagina di distruggere un’istituzione, anzi la mia volontà è quella di farla rinascere sulla base della qualità e del merito. Non vedo una sinistra che desidera proteggere il demerito. Vedo invece una sinistra che invece vuole proteggere qualità e merito». In tutto questo bailamme di dichiarazioni e con un licenziamento sulla testa, l’orchestra continua a suonare, e a ricevere applausi e riconoscimenti. Per la terza sera di fila, durante la rappresentazione di ‘Cenerentolà, il direttore Nir Kabaretti ha ringraziato «questa bellissima orchestra per la grande professionalità dimostrata in un momento così difficile e per il grande amore verso la musica ed il pubblico». I musicisti si sono commossi, «avevamo le lacrime». E il pubblico li ha applauditi per alcuni minuti. «Non vogliamo rinunciare alla nostra orchestra, siamo con loro», hanno detto due anziani coniugi, da trent’anni frequentatori dell’Opera, uscendo dal teatro. Domani alle 13, in piazza Beniamino Gigli, davanti al teatro dell’Opera, l’orchestra giovanile di Roma darà la propria solidarietà ai colleghi licenziati suonando la sinfonia del ‘Nabuccò e il coro intonerà il ‘Va pensierò.

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