Calcio, Juve-Roma finisce in Parlamento: veleno tra lady Agnelli e l'allenatore Garcia | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Calcio, Juve-Roma finisce in Parlamento: veleno tra lady Agnelli e l’allenatore Garcia

Altro che questione di centimetri o millimetri: veleno a volontà. Il giorno dopo, Juve-Roma deflagra in una polemica ardente che rischia di lasciare pesanti strascichi sulla stagione, sugli arbitri, sui club. E nell’opinione pubblica, visto che il caso sbarca in Parlamento con alcune interrogazioni parlamentari. Dal tweet di Lady Agnelli che chiede a Totti di «andarsene via» al durissimo cinguettio di Garcia («partite così fanno male al calcio italiano»), fino alle repliche piccate di Marotta al capitano giallorosso, il day after è ricco di tappe. Compresi l’annuncio di Tavecchio che chiederà alla Fifa di «accelerare sulla tecnologia» in campo; la stangatina su Manolas e la mano leggera sulla sviolinata di Garcia da parte del giudice sportivo; le telefonate tra Tavecchio e Nicchi, tra Nicchi e Rocchi (che ora con ogni probabilità sarà fermato per un paio di turni), tra la Roma e i vertici arbitrali. Il punto di partenza è lui, l’arbitro di Firenze. «Grazie, begli amici che ho…» ha risposto già nella notte ai conoscenti che via sms ironizzavano sulla serata di Torino. «La partita è stata difficilissima per l’arbitro ma peggio di così, Rocchi…», la disamina tecnica di un ex illustre, Casarin, che imputa al ripensamento sul rigore per il braccio di Maicon la madre di tutti gli errori a cascata nella partita. «Col senno di poi, è stata una designazione sbagliata», la frase che dà voce alle perplessità nutrite da qualcuno anche all’interno dell’Aia. Perchè non Rizzoli, arbitro della finale Mondiale? Forse proprio perchè ‘troppò esposto dopo quel Germania-Argentina; comunque, un accantonamento del n.1 a dispetto di qualche perplessità suscitata da Rocchi nelle ultime uscite. «Ho avuto un colloquio con Nicchi, nell’ambito della compostezza della Figc: Rocchi è il nostro n.2, veniva da una buona serata in Champions, era in lizza per il Mondiale, era insomma in grado perfettamente di arbitrare quel tipo di incontro», ha detto Tavecchio a GrParlamento, dopo aver annunciato all’Ansa un forcing sulla Fifa per l’introduzione della prova tv. L’Italia si offrirà di sperimentare, ma con l’Ifab tempi lunghi, anzi lunghissimi. Gli arbitri italiani non hanno mai nascosto lo scetticismo sulla moviola in campo; paradossalmente, è stato proprio Rocchi a tirarla in ballo, prima in campo con Totti, poi con Baldissoni e Fenucci quando sono andati a chiedergli spiegazioni allo JuveStadium. Rocchi, dispiaciuto del clima, ha difeso le sue scelte parlando di «centimetri e situazioni da prova tv», senza peraltro appellarsi all’ausilio tecnologico: «sono convinto di quello che ho deciso». Ma se sui singoli episodi le opinioni divergono (Vidal fuorigioco influente o no? Marchisio rigore o no? fallo di Pjanic dentro o fuori?), su una cosa tutti sono d’accordo, come ha detto Tevez nell’intervallo: Rocchi ha perso subito di mano la partita. Verosimile sia la stessa considerazione di Domenico Messina, al primo anno da designatore e già nella bufera. Ora lo stop per la nazionale darà un pò di respiro alle polemiche, ma dovrebbero servire un paio di turni lontani dal campo per restituire a Rocchi serenità. «Ma l’errore umano degli arbitri va accettato, come quello di giocatori e tecnici», prova a smorzare Tavecchio dopo la telefonata con Nicchi, che poi ha staccato il suo smartphone. Dalla Roma filtra la notizia di un «confronto sereno» con i vertici dell’Aia oggi. Restano invece tesi i rapporti con la Juve, grande alleata nell’elezione Figc e ora di nuovo nemica. Lotito (a proposito: per la sua frase su Marotta aperto un fascicolo della Procura Figc) non commenta, Tavecchio invita «entrambe le parti ad abbassare i toni». A giudicare dalla risposta, Juve e Roma sono alleati anche nel non dar retta al presidente federale. «Spero che Totti se ne vada a giocare nel suo campionato», il tweet di Emma Winter, già scesa in campo in passato per difendere il marito Andrea Agnelli dalle accuse dei tifosi per l’addio di Conte. Non rispondo ai tweet, fa sapere il capitano della Roma, che rischia il deferimento per le accuse in diretta tv agli arbitri. Nessuna diplomazia invece per Rudi Garcia, ammonito con diffida per il gesto del violino a Rocchi che il romanista Piovani definisce «un movimento di spartito, un ‘rubando a poco a poco..»: «Partite come queste fanno male al calcio italiano», il suo tweet secco, duro, che stoppa anche i dirigenti giallorossi pronti a dire la loro. Il dg della Juventus, Giuseppe Marotta, dal Processo del lunedì, torna sulle accuse di Totti, definendo le sue parole «gravi e fuori luogo, lesive dell’immagine della Juve. L’anno scorso la Roma è arrivata dietro la Juve, a -17 punti. Quindi non capisco cosa intendesse. La Juve ha vinto legittimamente gli ultimi tre scudetti e ci tengo a ribadirlo». «Non gettiamo altra benzina sul fuoco, abbassiamo i toni», l’invito di Tavecchio. Intanto in Parlamento arrivavano interrogazioni e polemiche. Miccoli del Pd chiede conto al ministro Padoan e alla Consob («Juve e Roma sono quotate in borsa…»), Cento chiede l’intervento della magistratura, con Rampelli di Fratelli d’Italia si crea una convergenza parallela. Si accende la lite anche in Transatlantico, Boccia del Pd parla di «Parlamento da Bar Sport» e i cinquestelle dicono alt: niente Juve-Roma in aula. Intanto anche lo juventino Travaglio si dichiara («mi sono vergognato come non succedeva dai tempi di Moggi»), sul web impazzano gli sfottò dei tifosi. «Con la nazionale proveremo a rasserenare gli animi», prova ad assicurare Conte. Questa sì una partita difficile da vincere.

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