Metro C, salta l'apertura. Marino a caccia dei responsabili, occhi puntati su Atac e imprese | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Metro C, salta l’apertura. Marino a caccia dei responsabili, occhi puntati su Atac e imprese

Niente nulla osta e taglio del nastro rinviato. Il sindaco 'occupa' il ministero dei Trasporti per capire il perché

A caccia delle responsabilità altrui, nessun dubbio sulla propria innocenza (politica). Così il sindaco Ignazio Marino, a poche ore dall’annuncio non voluto sul rinvio dell’inaugurazione della Metro C, è partito a razzo per scovare chi e come è riuscito a boicottare l’apertura della terza linea metropolitana di Roma. E si scatena il caos. Perché dal ministero dei Trasporti il via libera alla prima tratta MonteCompatri/Pantano-Centocelle non arriverà e l’appuntamento di sabato prossimo rinviato a data da destinarsi. Marino ha ‘occupato’ il dicastero di Porta Pia per scoprire quali adempimenti manchino da parte del gestore della linea, l’Atac. Gli occhi puntati su chi avrebbe dovuto rispettare il cronoprogramma e invece ha fatto saltare tutto. Da ricordare che l’opera è affidata a quei dirigenti (Nicastro e Scilletta) che hanno seguito il processo della linea B1, che ancora oggi fa tribolare i romani. Con l’apertura prima annunciata e poi rinviata dall’allora primo cittadino Alemanno. Il chirurgo dem e il suo fidato assessore Improta non solo hanno confermato quella macrostruttura dirigenziale di Atac, ma a quei super manager hanno affidato il compito di monitorare la costruzione della Metro C.

Dal Campidoglio, il primo cittadino si è mosso quindi con l’assessore Guido Improta fino alla direzione generale del Trasporto pubblico locale per ricevere la relazione relativa alla linea metropolitana. Che alla fine è arrivata. “Adesso ho il verbale, è nella mia tasca. Mi sembra che ci siano delle indicazioni abbastanza chiare di chi non ha fatto il proprio dovere per ciò che riguarda gli aspetti imprenditoriali e di realizzazione dell’opera. Tutto questo deve essere portato nelle prossime ore alla massima chiarezza e trasparenza possibile perché stiamo parlando di un’opera che è costata fino a oggi quasi due miliardi di euro. Io ho il dovere per Roma e per gli italiani di fare chiarezza e individuare i colpevoli”, ha detto Marino, lasciando la Direzione generale del Tpl ‘occupata’. E aggiungendo: “Ho avvertito di quanto io sia infuriato i responsabili delle imprese, a partire da Caltagirone all’ufficio di Moretti di Finmeccanica”.
Appena arrivato al dicastero il sindaco aveva avvertito: “Rimango qui anche sette giorni, non me ne vado finché non ho il verbale con i colpevoli di tale danno alle romane e ai romani” aveva spiegato intenzionato a presidiare “a oltranza” il ministero: una sorta di occupazione “fino a che non mi consegneranno la documentazione” per capire se ci sono, e di chi sono, le responsabilità relative ai ritardi per la metro C.
L’assenza dell’ok ministeriale, che a tre giorni dal debutto ha fatto saltare l’apertura della prima tratta, deriverebbe, spiega Improta, “non da un problema di sicurezza, ma del sistema delle segnalazioni e del corretto funzionamento di scale mobili e ascensori”. Nel tardo pomeriggio, in Campidoglio, il sindaco ha convocato “i responsabili delle imprese assieme all’avvocatura del Campidoglio perché voglio avere un ulteriore approfondimento alla luce del verbale che adesso ho nelle mie mani”.

Ecco nello specifico i motivi che hanno portato a questa difficile decisione. Al primo punto il regolamento di esercizio, tematica relativa all’esercente Atac, e le procedure in versione definitiva trasmesse il 7 ottobre 2014 necessitano di un esame e verifica da parte della commissione. “Conseguentemente sarà necessario il perfezionamento dell’abilitazione mediante esami/colloqui per verificare che tutto il personale abbia completato la formazione ed acquisito un livello di conoscenza sufficiente delle procedure”.

Al secondo punto le varianti richieste per il rilascio del nulla osta tecnico ai fini della sicurezza, varianti relative al software Atc: secondo quanto riporta il Dicastero “non è stato ancora possibile emettere il provvedimento per il rilascio del nulla osta tecnico ai fini della sicurezza in quanto non risulta trasmessa, e conseguentemente non esaminata, la documentazione progettuale e di sicurezza che recepisce le varianti stesse. Tra le varianti in questione quella relativa al sistema ‘Scada’ in relazione alle varianti richieste dai Vigili del fuoco con cui sono state implementate le necessarie modifiche sul sistema. Ad oggi non risulta pervenuta formalmente la documentazione progettuale e di sicurezza. E ancora: la documentazione di sistema: a seguito delle modifiche intervenute deve essere ancora prodotto un dossier di sicurezza di sistema che recepisca le varianti stesse”.

Il terzo punto sottolineato dal dicastero sottolinea come l’esame della relazione sul pre-esercizio redatta dal direttore di esercizio evidenzia che la disponibilità del sistema è a tutt’oggi limitata (tra il 78% e il 99%) a seguito di una serie di anomalie sugli impianti. L’esame sommario della documentazione presentata ieri da Roma Metropolitane sulla chiusura delle pending e la soluzione delle anomalie, evidenzia che alcuni interventi sono programmati entro la data del 10/11 ottobre (e quindi non testabili entro l’11 ottobre per verificarne la corretta implementazione), mentre altre problematiche rimarranno aperte e saranno mitigate attraverso un notevole presenziamento di personale sulla linea, sia di Atac che di Metro C. Tutto ciò porta a ritenere prevedibili malfunzionamenti del sistema che potrebbero provocare criticità alla regolarità del servizio e alla sicurezza dell’utenza nonostante la presenza di squadre di pronto intervento.

Infine un quarto nodo irrisolto sugli ‘impianti di traslazione’. L’Ustif non ha potuto emettere i nulla osta tecnici ai fini della sicurezza di competenza propedeutici ai provvedimenti autorizzativi della Regione Lazio, in quanto permangono alcune problematiche correlate alla mancata emissione del regolamento di esercizio, ad alcune carenze documentali e di certificazione e alla presenza di alcuni problemi tecnici sugli impianti.

In conseguenza di quanto esposto, in relazione all’insufficienza della documentazione agli atti, nonchè all’impossibilità temporale di svolgere le attività necessarie al completamento della verifica della sussistenza delle condizioni di sicurezza e regolarità dell’esercizio, “la commissione non ha ritenuto possibile rilasciare parere favorevole all’apertura all’esercizio della linea per il 10 ottobre prossimo e si è aggiornata in attesa della documentazione ancora mancante, rinviando a una successiva valutazione con l’ottica di pervenire all’apertura all’esercizio dell’impianto dopo soluzione delle anomalie e delle pending ancora esistenti”.

 

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