Ebola, un aereo della Turkish airlines costretto ad atterrare a Fiumicino ma è falso allarme | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Ebola, un aereo della Turkish airlines costretto ad atterrare a Fiumicino ma è falso allarme

In una situazione di psicosi diffusa ormai anche in tutta Italia per la paura dell’Ebola è stato sufficiente che due passeggeri – una mamma del Bangladesh e la propria figlioletta di 4 anni – accusassero un malore a bordo di un aereo diretto da Istanbul a Pisa per far scattare l’allarme sanitario con la procedura sanitaria per l’emergenza Ebola all’aeroporto di Fiumicino. Per fortuna si è trattato di un falso allarme e i medici che hanno visitato mamma e figlia, trasferite nel vicino ospedale di Ostia e non come da prassi nelle strutture attrezzate per affrontare tale emergenza (Spallanzani, Policlinico Umberto I e Gemelli), non hanno riscontrato sintomi riconducibili al virus Ebola. Così dopo che il comandante del volo ha avvisato la torre di controllo segnalando il caso dei due passeggeri, ha chiesto di poter atterrare nello scalo romano con la procedura d’emergenza. Il velivolo, un Airbus A 320 è atterrato ed è stato parcheggiato in un’area decentrata dalle aerostazioni. Come da procedura è intervenuta la squadra composta da medici e personale dell’Usmaf, (Uffici di sanità aerea e di frontiera), del personale della Sanità aerea e del Pronto soccorso dello scalo. Gli appositi automezzi della Croce Rossa hanno prelevato le due passeggere che avevano accusato il malore, mentre gli altri passeggeri sono stati fatti scendere e, prima di poter ripartire per Pisa, sono stati invitati a compilare un apposto modulo con i propri dati per essere eventualmente ricontattati. «Alcuni di loro erano piuttosto spaventati e ci domandavano cosa stesse succedendo – ha poi raccontato a Fiumicino un agente che ha preso parte all’intervento sotto bordo – quando hanno capito che si trattava di un allarme sanitario per Ebola, qualcuno ha mostrato segni di grande preoccupazione. Una donna addirittura si è messa a piangere, abbiamo cercato di tranquillizzarla». Madre e figlia, nonostante da un primo esame non presentassero i sintomi di Ebola, sono state immediatamente trasferite con l’apposita ambulanze Usmaf nell’ospedale di Ostia, dove i medici che le hanno visitate non hanno comunque riscontrato riconducibili all’Ebola. Soltanto all’aeroporto di Fiumicino con quest’ultimo caso sono sei gli interventi su casi sospetti di Ebola operati nel giro di un mese da parte degli operatori Usmaf.

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