Shoah, Pacifici verso il ritiro delle dimissioni: "Viaggi della memoria anche in Normandia" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Shoah, Pacifici pensa al ritiro delle dimissioni. Marino e Zingaretti: “Rinnoviamo il patto per il museo”

Nel corso della riunione del Cda del Museo della Shoah di Roma prevista questo pomeriggio, a quanto si apprende, il presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici dovrebbe ufficialmente ritirare le sue dimissioni dall’ente. Nei giorni scorsi infatti la Comunità ha votato un documento in questo senso. Inoltre, nel corso di un incontro tra Pacifici, il governatore Nicola Zingaretti e l’assessore capitolino ai Lavori pubblici Paolo Masini, sarebbe emerso da parte delle istituzioni l’invito a Pacifici a rientrare nel cda.Viaggi della Memoria non solo nei campi di sterminio ma anche sui campi di battaglia che hanno aperto la strada alla liberazione. È la proposta del presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici lanciata a margine di una cerimonia al Tempio Maggiore della Capitale. «La mia proposta – ha spiegato – è tornare a fare memoria storica non solo ricordando l’annientamento ma anche la liberazione. Andiamo a visitare i cimiteri di guerra come, ad esempio, Anzio e Nettuno. Faccio questa proposta alle amministrazioni: non facciamo solo viaggi ad Auschwitz ma anche in Normandia per onorare la memoria di quanti hanno perso la vita. Alla luce degli incontri che ho avuto anche ieri a Brindisi voglio ribadire che in futuro si possa ragionare dei temi della memoria non solo fossilizzandosi sul tema degli ebrei vittime ma anche sulle lezioni che la storia ci ha dato».Il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, l’assessore alla Scuola di Roma Capitale Alessandra Cattoi, la presidente del I Municipio Sabrina Alfonsi e Rafael Erdreich, ministro per gli affari politici dell’Ambasciata di Israele hanno deposto alle mura del Tempio Maggiore di Roma alcune corone alla vigilia dell’anniversario del 16 ottobre 1943, data della deportazione degli ebrei romani. Alla cerimonia erano presenti il presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici, il rabbino capo Riccardo Di Segni e il sopravvissuto alla Shoah Sami Modiano. «È importante ricordare, per l’orrore di quelle ore, di quelle donne, uomini e bambini che non sono mai tornati – il commento di Zingaretti – Ma è anche utile e importante per noi perchè, è inutile nasconderlo, quella radice di odio che portò alla Shoah oggi è marginale e sconfitta ma purtroppo cova sempre. Quindi, come la democrazia e la lotta antirazzista, l’impegno contro l’antisemitismo è un impegno che deve vederci tutti i giorni attivi con momenti di ricordo come questi, ma soprattutto con una grande mobilitazione intellettuale nelle scuole, ma non solo, che tenga viva la memoria. Ma soprattutto – ha detto ancora – per i motivi che portarono al 16 ottobre, che non furono nè banali nè casuali ma segnati da una strategia culturale che poi esplose nella follia che abbiamo conosciuto».«Abbiamo bisogno di rinnovare quel patto di fratellanza, amicizia e solidarietà che lega tutti noi. È questo del resto lo spirito con cui tutti insieme abbiamo immaginato la costruzione del Museo della Shoah. Certi di una tua riflessione non formale che ti porti a continuare nel tuo impegno nella Fondazione, siamo pronti a proseguire insieme in questo complesso ma doveroso impegno». Si conclude così la lettera indirizzata dal sindaco di Roma Ignazio Marino e il governatore Nicola Zingaretti al presidente della Comunità Ebraica Riccardo Pacifici. «Caro Riccardo – esordiscono i due amministratori – siamo sinceramente dispiaciuti delle tue recenti dichiarazioni e allo stesso tempo siamo preoccupati dalla prospettiva di una tua possibile uscita dalla fondazione Museo della Shoah. Da anni percorriamo una strada di impegno comune per combattere ogni forma di antisemitismo, per restituire alle vittime della Shoah il giusto tributo, per onorare i sopravvissuti facendoli sentire, finalmente i primi cittadini di una città e un Paese che non vuole dimenticare. Soprattutto ci siamo battuti per diffondere tra le giovani generazioni la coscienza e il ricordo di ciò che è stato». «In questo nostro impegno rientra il progetto per il museo della Shoah. È un progetto in cui crediamo e che anche in questi anni segnati da duri tagli pubblici abbiamo sempre difeso e portato avanti – continuano – Abbiamo annunciato la prima pietra del museo a villa Torlonia entro il 27 gennaio del 2015 e per questo abbiamo lavorato per reperire una sede provvisoria della fondazione (la Casina dei Vallati) subito a disposizione per avviare la didattica, l’utilizzo della biblioteca e della videoteca che con grande passione è stata creata. I problemi ci sono, non possiamo negarlo, ma siamo nelle condizioni di pensare serenamente al futuro. Per farlo abbiamo bisogno ovviamente anche del tuo sostegno».

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