Opera, incontro sul futuro del Teatro. I sindacati: "Via licenziamenti e ci sediamo al tavolo" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Opera, primo round sul futuro del Teatro. I sindacati non arretrano: “Via licenziamenti”

Dopo lo choc, un primo tentativo di dialogo. A due settimane dal licenziamento collettivo di orchestra e coro dell’Opera di Roma i sindacati e il sovrintendente del Teatro Carlo Fuortes si sono seduti attorno a un tavolo per il primo incontro. Le sette sigle – Cgil, Cisl, Uil, Fials, Usb, Libersind e Fisaps – che rappresentano i 182 lavoratori-artisti hanno chiesto compatte di ritirare la procedura di licenziamento e rinunciare a esternalizzare musicisti e cantanti. In cambio hanno offerto la disponibilità alla trattativa, a un piano industriale sulla falsariga di quello già approvato da Cisl e Uil, a parlare di tagli di costi. Fuortes ha rimandato qualsiasi risposta a martedì, al secondo incontro al ‘Costanzì, secondo fonti sindacali. Dal sovrintendente nessun commento, ma il suo entourage sottolinea che è stato solo un primo approccio e che il percorso sarà lungo. Fuortes ha ripercorso le tappe che hanno portato a suo giudizio al deficit di bilancio, al danno di immagine per l’Opera causato dagli scioperi e dalle ‘primè saltate, fino alla decisione traumatica del Cda dopo l’addio del maestro Riccardo Muti. «I sindacati hanno chiesto il ritiro dei licenziamenti e la rinuncia ad esternalizzare orchestra e coro dell’Opera di Roma. A queste due condizioni siamo pronti a sederci al tavolo per discutere di piano industriale e riduzione dei costi. Fuortes ha preso tempo fino a martedì», ha detto Alberto Manzini, segretario di Slc-Cgil Roma e Lazio, dopo l’incontro con il sovrintendente del Teatro, Carlo Fuortes. Il prossimo appuntamento tra le parti è per martedì prossimo, secondo quanto si apprende. «Ha annunciato che con la rinuncia ad ‘Aidà per l’apertura della stagione, sostituita da ‘Rusalkà, sarà possibile risparmiare diverse centinaia di migliaia di euro – ha detto il rappresentante Uilcom Uil Francesco Melis -. È una notizia che abbiamo accolto con favore». Dubbi sui risparmi invece da Marco Piazzai dei ‘durì della Fials-Cisal. «I sindacati hanno chiesto il ritiro dei licenziamenti e la rinuncia ad esternalizzare orchestra e coro – ha riferito il segretario Slc-Cgil Roma e Lazio Alberto Manzini -. A queste due condizioni siamo pronti a sederci al tavolo». «Ora si apre una nuova fase – secondo Paolo Terrinoni della Fistel Cisl, che con Uilcom aveva firmato il piano industriale di Fuortes -. Se come ci auguriamo, la procedura di licenziamento sarà ritirata noi, come sempre, siamo aperti e disponibili a trovare insieme, in modo pragmatico e responsabile, le soluzioni migliori». Sul fronte politico è molto attiva Sel. I suo senatori hanno chiesto «la revoca immediata del licenziamento dell’orchestra e del coro del Teatro dell’Opera di Roma, un atto illecito per spostare l’attenzione dal vero problema: la scellerata gestione amministrativa, la totale inadeguatezza del sovrintendente e, non ultima, la primaria responsabilità dello Stato nel tutelare i privilegi anzichè combatterli». «La trattativa vada avanti», dice il capogruppo capitolino di Sel Gianluca Peciola, partner di maggioranza del sindaco Pd Ignazio Marino che è anche presidente del Cda della Fondazione Teatro dell’Opera.

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