Filobus, Riccardo Mancini rinviato a giudizio per la maxi tangente | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Filobus, Riccardo Mancini rinviato a giudizio per la maxi tangente

Riccardo Mancini, ex amministratore delegato dell’Ente Eur, è stato rinviato a giudizio dal gip di Roma, Massimo Di Lauro, per una presunta tangente da 600mila euro versata da Breda Menarinibus per aggiudicarsi la fornitura di 45 filobus destinati al «corridoio laurentino». Insieme a Mancini, sono finiti a giudizio anche il commercialista Marco Iannilli e i dirigenti di Breda Menarini Giuseppe Comes e Luca D’Aquila. La posizione dell’ex ad di Breda Menarini, Roberto Ceraudo, è stata invece stralciata per una mancata notifica. L’imprenditore Edoardo D’Inca Levis ha invece patteggiato un anno di reclusione con confisca di 100mila e 260mila euro. Gli imputati -accusati a seconda delle posizioni di estorsione, emissione di fatture per operazioni inesistenti e appropriazione indebita-, saranno chiamati a comparire davanti al giudice del tribunale monocratico il 3 febbraio 2016. Il processo è stato fissato per il 3 febbraio del 2016. Oltre a Mancini a giudizio anche il commercialista Marco Iannilli e i dirigenti di Breda Menarinibus Luca D’Aquila e Giuseppe Comes. L’imprenditore Edoardo D’Inca Levis, ha patteggiato una pena ad un anno mentre è stata stralciata la posizione dell’ex ad di Breda, Roberto Ceraudo, per una mancata notifica. I reati contestati vanno, a seconda delle posizioni, dall’estorsione, all’emissione di fatture per operazioni inesistenti, all’appropriazione indebita. Secondo il pm Paolo Ielo, titolare degli accertamenti, il denaro delle mazzette costituiva una provvista utile anche per tentare di aggiudicarsi gli appalti relativi alla metropolitana di Roma. Secondo l’accusa, 500mila euro finirono a Mancini, il quale ha ammesso di averne ricevuti 80mila, e 100mila a Iannilli. I bus erano destinati per il cosiddetto ‘Corridoio Laurentinò, linea di collegamento veloce ma non sono mai entrati in servizio.

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