Piano casa: arriva il maxi-emendamento e in aula scoppia la bagarre | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Piano casa: arriva il maxi-emendamento e in aula scoppia la bagarre

Piano casa della Regione Lazio: la maggioranza dà una brusca accelerata alla discussione del provvedimento, che prosegue ormai da molte settimane, calando un maxiemendamento. E in Aula è bagarre: volano fogli e paroloni, il Movimento 5 Stelle sfodera dei mattoni e li consegna all’assessore al Territorio Michele Civita. «Una vergogna – la protesta delle opposizioni – una scorrettezza istituzionale». La replica del Pd: «È una legittima prerogativa che si è resa necessaria dopo tre mesi di dibattito – afferma il capogruppo Marco Vincenzi – Nel maxiemendamento ci sono alcune delle istanze suggerite dall’opposizione». Ora bisognerà procedere alla votazione del provvedimento, nella forma del sub-maxiemendamento, e quindi non più modificabile; la discussione riprenderà domani alle 16. Il maxiemendamento – che ha spiazzato le opposizioni e, sussurrano i corridoi, anche parte del Pd – è arrivato in mattinata dopo un significativo ritiro di emendamenti da parte delle opposizioni: sul piatto ne rimanevano circa 200 da esaminare, con la previsione – così era stato concordato – di procedere fino a giovedì a oltranza con la discussione. Ma quando la giunta ha annunciato l’arrivo di un suo nuovo emendamento l’opposizione si è scatenata contro Civita: «Lo avevate escluso in capigruppo, è una vergogna, una porcata, non presentatelo». Luca Gramazio, capogruppo di FI, ha lanciato una proposta in extremis: ogni gruppo ritiri i suoi emendamenti, e si approvi seduta stante il Piano. La maggioranza però è rimasta irremovibile, e il presidente dell’Aula Daniele Leodori ha dato tre ore per la consegna dei subemendamenti. La protesta è allora diventata vera bagarre: «Volete chiudere la Regione, non voglio essere preso per il c… dall’assessore» il grido di Francesco Storace, capogruppo de La Destra. Il M5s aveva già pronti sui banchi dei faldoni pieni di mattoni, che sono stati, nel caos, consegnati a Civita. La legge 75-2013 apporta diverse modifiche al ‘vecchiò Piano Casa, in particolare per quanto riguarda le premialità di cubatura. Nel testo vigente, infatti, gli interventi su aree libere prevedono un premio del 10% di cubatura sull’intera volumetria del piano attuativo, con il 30% destinato all’housing sociale. Con il ‘nuovò non saranno ammesse nuove cubature sulle aree libere, e il premio è costituito dal cambio di destinazione d’uso, con un 10% di housing sociale. Riguardo invece agli interventi sul già costruito (ristrutturazioni o sostituzioni edilizie) il piano vigente parla di una premialità del 30% di cubatura, che deve interamente andare all’housing sociale. Il Piano modificato invece prevede che il 30% di housing vada calcolato non sull’edificio preesistente, ma su quello già modificato, aumentando dunque la quota delle case a canone agevolato. In entrambi i casi, poi – così disporrà il Piano dopo l’approvazione – la percentuale di housing potrà essere aumentata del 10% se essa viene ‘spostatà in altri edifici in costruzione o già realizzati dal costruttore stesso. Inoltre gli oneri accessori che si generano dagli interventi rimangono vincolati al territorio, e dovranno essere finalizzati dagli enti locali alla realizzazione di nuove opere pubbliche. L’opposizione ha chiesto, in questi mesi, che fosse mantenuto il principio del premio di cubatura e che i Comuni potessero ridefinire gli ambiti di applicazione del Piano casa. Terreno di scontro è stata poi la proroga del Piano, la cui scadenza ‘naturalè era stata fissata al gennaio 2015. Il M5s si era detto contrario alle proroghe, il centrodestra avrebbe preferito allungare i tempi del Piano fino al 2018. Ha vinto, nel maxiemendamento, una soluzione di compromesso: luglio 2016.(

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