Cucchi, la famiglia in procura: "Pignatone ci ascolti". La sorella Ilaria: "Via per Stefano vicino palazzo di Giustizia" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Cucchi, la famiglia in procura: “Pignatone ci ascolti”. La sorella Ilaria: “Via per Stefano vicino palazzo di Giustizia”

Domani mattina la famiglia Cucchi – padre, madre e sorella – si presenterà davanti alla procura di Roma con maxi-cartelloni raffiguranti Stefano, il giovane geometra romano arrestato nel 2009 per droga e morto una settimana dopo in ospedale, a seguito dell’ assoluzione in appello, venerdì scorso, di tutti gli imputati del processo (sei medici, tre infermieri e tre agenti della Polizia penitenziaria). «Andremo solo noi tre – ha detto Ilaria Cucchi – senza alcun sit-in, presidio o altro. Vogliamo far vedere come Stefano è morto e le condizioni con le quali ce lo hanno riconsegnato». Secondo quanto si è appreso, nella stessa mattinata Ilaria e la sua famiglia chiederanno un incontro col Procuratore capo di Roma Giuseppe Pignatone, sperando di poterlo ottenere già in mattinata. «Voglio chiedere al dottor Pignatone – dice Ilaria Cucchi, confermando quanto scritto in un post su Facebook – se è soddisfatto dell’operato del suo ufficio, se quando mi ha detto che non avrebbe potuto sostituire i due pm che continuavano a fare il processo contro di noi, contro il mio avvocato, e contro mio fratello, ha fatto gli interessi del processo e della verità sulla morte di Stefano».«Ringrazio il sindaco di Roma per essersi detto orgoglioso della richiesta dell’Aula consiliare, su proposta di Sel, di intitolare a Stefano Cucchi una strada o una piazza di Roma. Mi piacerebbe che via Golametto, la via d’accesso al Palazzo di giustizia, fosse quella prescelta. Sarebbe un segnale importante». Lo ha detto Ilaria Cucchi, commentando l’annuncio fatto ieri dal Sindaco Ignazio Marino a margine della messa del Papa al Verano. «Nutro profondo rispetto per la magistratura. Rispetto, ma non venerazione. Non credo di mancare di rispetto a Lei e alla Magistratura se mi permetto di dire che le critiche rivolte ai suoi colleghi sono tutt’altro che una gogna. Chiedere responsabilità per chi sbaglia e commette gravi e ripetuti errori non significa metterlo alla gogna». Così Ilaria Cucchi in una lettera aperta a Luciano Panzani, presidente della Corte d’appello di Roma, in risposta ad alcune dichiarazioni con le quali s’invita ad evitare la «gogna mediatica».

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