Le mani della mafia sulle spiagge di Ostia: nove arrestati | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Le mani della mafia sulle spiagge di Ostia: nove arrestati

Le mani della mafia sulla spiaggia di Ostia. Appalti pilotati e concessione di stabilimenti balneari truccate: per questo motivo nove persone, di cui tre in carcere e sei ai domiciliari, sono state arrestate in un blitz delle forze dell’ordine. In manette sono finiti, tra gli altri, Armando Spada, esponente del clan egemone sul territorio assieme a quello dei Fasciani, e l’ex direttore dell’ufficio tecnico del municipio di Ostia, Aldo Papalini a cui sarebbero state date mazzette per «oliare» alcune pratiche. Nell’operazione, svolta da carabinieri, polizia e guardia costiera su ordine della Dda di Roma, eseguite anche 26 perquisizioni. Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di abuso d’ufficio, turbata libertà degli incanti, falsità ideologica, concussione e corruzione con l’aggravante del metodo mafioso. Le indagini hanno portato alla luce un «sistema corruttivo» che vedeva coinvolto in prima linea Papalini. Tra gli episodi finito sotto la lente degli inquirenti anche l’affidamento di un noto stabilimento balneare, «Orsa Maggiore», ad una società, la Blue Dream, riconducibile agli Spada. Per gli inquirenti la struttura, prima gestita dal Cral dell’Ente Posta, è stata di fatto «espropriata» per essere affidata ad una società creata ad hoc. Per il procuratore aggiunto Michele Prestipino e per il sostituto Mario Palazzi siamo in presenza di uno «spudorato utilizzo della cosa pubblica con una commistione tra pubblici amministratori, imprenditori spregiudicati e esponenti della criminalità come gli Spada». Tra gli arrestati anche Damiano Facioni, Ferdinando Colloca (fratello dell’allora consigliere municipale, Salvatore) e Matilde Magni, tutti soci formali della Blue Dream. In manette anche Cosimo Appeso, luogotenente della Marina Militare e anch’egli socio della società a cui fu affidato lo stabilimento

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