Cucchi, la famiglia al Senato. Grasso: "La sua morte non sia vana". Esposto contro la perizia | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Cucchi, la famiglia al Senato. Grasso: “La sua morte non sia vana”. Esposto contro la perizia

Il presidente della Consulta Tesauro: "Mi auguro che sia fatta giustizia". Ilaria chiede di spezzare la catena di omertà

«Bisogna far sì che la morte di Stefano non sia stata vana e costruire una società che rispetti diritti dei più deboli: ciò deve fare uno Stato che si definisce civile». Lo ha detto il presidente del Senato Pietro Grasso dopo avere incontrato la famiglia Cucchi. «Lo Stato che rappresento -ha aggiunto Grasso- farà tutto il necessario affinchè in futuro non accada mai più una cosa simile. Non si può tollerare che chi è in custodia dello Stato possa vedere annientata la propria vita Cercheremo di sensibilizzare tutti i rappresentanti istituzionali per fare e luce sulla vicenda che ci colpisce così tanto e andare verso la verità».Sto andando in Procura per presentare un esposto contro il professor Paolo Albarello per avere commesso falsità in una perizia». Così Ilaria Cucchi a margine dell’incontro con il presidente del Senato Pietro Grasso. Paolo Albarello fu consulente dell’accusa nel processo di primo grado: sua la perizia che attribuì le responsabilità della morte ai medici del Pertini, che poi furono condannati. La perizia sancì che Stefano morì in ospedale per fame e sete. Già all’epoca del primo processo Ilaria Cucchi lamentò il fatto che, dichiarò, «il professor Albarello aveva detto intervistato da Canale 5 che il suo compito sarebbe stato quello di dimostrare la totale responsabilità dei medici, e questo ancor prima di iniziare le operazioni peritali». – «Se c’è qualcuno che sa, parli e spezzi la catena». Lo ha detto Ilaria Cucchi a margine dell’incontro con il presidente del Senato Pietro Grasso. «Come ci è stato chiesto dal procuratore capo di Roma Pignatone – ha aggiunto – porteremo elementi nuovi e di verità. Mi auguro che sulla morte di Stefano finalmente si faccia giustizia». «Sono cose talmente delicate, tristi. Certo c’è un problema, ma insomma lasciamo fare alla giustizia, che è lenta, molto lenta, ma alla fine un risultato lo si ottiene». Così il presidente della Consulta Giuseppe Tesauro sul caso Cucchi, a margine dell’inaugurazione dell’Anno accademico dell’Università di Macerata.

«Ringrazio tutti i milioni di persone che hanno voluto manifestarci la loro solidarietà e unire la loro indignazione alla nostra. Voglio oggi dire che questa forte mobilitazione pubblica e politica non deve riguardare i soggetti coinvolti nel nostro processo o altri singolarmente di volta in volta identificati. Gli imputati di oggi o gli indagati di domani hanno diritto a quel rispetto ed a quella tutela che sono stati negati a Stefano». Lo afferma Ilaria Cucchi. «Noi non nutriamo nessuna forma di odio nei loro confronti e nessuno si permetta di mancare loro di rispetto nel nome di Stefano – aggiunge – Noi siamo una famiglia che chiede solo giustizia. Non vendetta. Non capri espiatori. Noi respingiamo qualsiasi forma di violenza anche verbale. Non ci appartiene e non deve appartenere a nessuno che abbia a cuore la nostra vicenda. Suo malgrado Stefano, con la sua sofferenza, è diventato ormai un simbolo di lotta civile per il rispetto dei diritti degli ultimi. Noi non siamo quel dito medio che ci venne esibito alla lettura della sentenza di primo grado. Noi siamo altro. Chi ci vuole bene ha imparato a conoscerci. Voglio bene a tutti voi – conclude – grazie».( «I 109 senatori del Pd sono con la famiglia Cucchi e con la sua richiesta di giustizia». Lo ha assicurato il capogruppo dei senatori del Pd Luigi Zanda che ha incontrato i genitori e la sorella di Stefano Cucchi.

«I sindacati di polizia e i poliziotti non sono tutti come quelli che si sono espressi in questi giorni con parole efferate e oltraggiose». Lo ha detto Luigi Manconi, presidente della commissione per la Tutela e la Promozione dei Diritti Umani.

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