Furti negli oleodotti, il ministro Galletti invia il Noe per accertamenti: ma la strage di animali è compiuta | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Furti negli oleodotti, il ministro Galletti invia il Noe ma la strage è compiuta: 30 tonnellate di kerosene

Il sindaco Montino chiede "maggiori sistemi, in tempo reale, di rilevamento e di sicurezza in modo da controllare se qualcuno interviene sulle tubature"

Serviranno forse anni per ripristinare l’ecosistema nella zona agricola e ambientale tra Palidoro, Maccarese e Fregene, che rappresenta il corridoio ecologico del litorale romano. Continua la strage di animali ed è una ferita mortale quella che sempre più si apre nelle zone nord di Fiumicino, ricche di un patrimonio agroalimentare e naturalistico, per il disastro ecologico causato dai tentativi di furto di kerosene sull’oleodotto Eni Civitavecchia – Pantano e dalla conseguente fuoriuscita di kerosene. Ed il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti ha dato disposizione al Nucleo Operativo Ecologico (Noe) dei Carabinieri di procedere ai necessari accertamenti sulle aree colpite, avvalendosi del supporto tecnico dell’Ispra. Un’emergenza tale, che vede in prima fila da tre giorni nelle operazioni di soccorso decine di giovani «angeli della natura», i volontari Wwf e Lipu, ma anche da far decidere, dopo i nuovi sopralluoghi, al sindaco di Fiumicino di convocare per domani un’Unità di crisi, oltre ad emettere il divieto di pesca in tutti i corsi d’acqua e torrenti all’interno della Riserva Statale del litorale romano e, per 15 giorni, quello di caccia in tutto il comune, per prevenire rischi per la salute pubblica e impedire che le persone entrino in contatto con uccelli e fauna ittica contaminati dallo sversamento di kerosene. È una corsa contro il tempo per bonificare le aree e rimuovere il «banchetto avvelenato» a cielo aperto, così lo hanno definito i volontari della Lipu, per scongiurare che tanti altri uccelli e mammiferi, cibandosi delle carcasse di pesci, gamberi, anfibi e altri animali, rischino di poter andare a morire avvelenati anche a chilometri di distanza, nei campi o nei canneti. L’Eni fa sapere di aver «prontamente adottato tutte le misure necessarie per far fronte all’emergenza; le attività di contenimento sono completate, e si sta procedendo al ripristino attraverso l’assorbimento del carburante e la sua concentrazione per facilitarne l’aspiramento». Eppure il sindaco Montino è tornato oggi a chiedere «maggiori sistemi, in tempo reale, di rilevamento e di sicurezza in modo da controllare se qualcuno interviene sulle tubature. Probabilmente qualche tonnellata di cherosene ha contaminato le acque. Ci preoccupano ora anche la sorte della falda acquifera e la nuova ondata di maltempo prevista con rischi ulteriori che gli idrocarburi arrivino fino al mare». Da parte sua, il Wwf rimarca «il durissimo colpo all’ambiente naturale: già notevoli i danni, in termini di perdita di biodiversità e di compromissione degli habitat». Ed il coportavoce nazionale dei Verdi Angelo Bonelli sottolinea: «Quello di Maccarese è un vero e proprio attentato all’ambiente, un disastro ecologico che sta devastando una delle aree naturalistiche più importanti del Lazio». Il sindaco di Fiumicino invierà entro oggi un primo dossier sul disastro ambientale verificatosi a Maccarese e Palidoro a causa dello sversamento di cherosene dall’oleodotto che va da Civitavecchia a Palidoro. Lo ha annunciato al termine della riunione di Unità di crisi a Maccarese. «Da una prima stima – ha detto Montino – circa 30 tonnellate di cherosene si sono riversate nell’area».

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