Marino sempre più in bilico: M5s prepara la mozione di sfiducia, Sel "pronta a staccare la spina" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Marino sempre più in bilico: M5s prepara la mozione di sfiducia, Sel “pronta a staccare la spina”

Sinistra e Libertà non ci sta a perdere il vicesindaco, il radicale Magi lancia l'hashtag 'DovEriPd', il Pd chiede un cambio di passo nella giunta. E Bettini scarica il sindaco

– «Il M5S Roma è disposto a presentare una mozione di sfiducia al Sindaco Marino congiuntamente alle forze di opposizione. Continuiamo a sostenere la nostra opposizione al Sindaco Marino sulla mancanza di quella discontinuità enunciata nel programma politico e nelle linee programmatiche di azione che la Giunta avrebbe dovuto realizzare, sulla inadeguatezza di un indirizzo politico che perdura senza produrre risultati positivi per la città». È quanto si legge in un comunicato del gruppo capitolino M5S. «Firmeremo pertanto una mozione congiuntamente ai gruppi di opposizione unicamente se essa avrà come presupposto gli errori fatti dal Sindaco finora in merito ai lavori della Metro C, alle scelte in materia di urbanistica, al caso Castaldo, al Centro Carni, alle società partecipate – prosegue la nota -, ed in cui la vicenda delle multe costituisce solo una goccia nel mare dei disastri provocati da questa Amministrazione». «Pertanto rimettiamo alla responsabilità politica delle opposizioni la decisione affinchè possa raggiungersi il quorum necessario – conclude il comunicato di M5S -. Diversamente rappresenteranno per l’ennesima volta la stampella di questa maggioranza composta da un PD che nell’annunciare un azzeramento della Giunta manifesta apertamente la volontà di piazzare i propri uomini sulle poltrone che contano».  – «Non abbiamo privilegi da difendere, se il governo della città non funziona per dinamiche interne alla maggioranza e non per problemi di altra natura, vedremo che fare noi quattro consiglieri di Sel. Non è escluso che saremo noi a mandare a casa tutti. Chiediamo al centrosinistra di funzionare, al Sindaco di cambiare la squadra se c’è qualcosa che non funziona». Lo ha detto il capogruppo di Sel Gianluca Peciola ai microfoni di Radio Roma Capitale. «Il Pd è un partito in salute – spiega -, ha 40 per cento di consensi, deve ritrovare equilibrio comune e capacità di governo. Sentire il Governo del Paese a maggioranza Pd che dà lezioni di buon governo alla città di Roma è veramente un paradosso. Penso quindi che oltre alla questione del sindaco si debba aprire anche la questione della maggioranza e del centrosinistra di governo a Roma».  «Il Partito democratico romano sferra un duro attacco al sindaco e gli chiede di cambiare la giunta. Ora, senza nulla togliere agli errori e responsabilità di Marino, degli assessori e di tutti, ma scusate… in questi 18 mesi il primo partito per assessori e consiglieri dov’era?». Lo scrive sul suo blog il consigliere comunale radicale della Lista Civica Marino Riccardo Magi lanciando l’hashtag #DovEriPD? Tra le altre cose Magi scrive: «#DovEriPD quando abbiamo dovuto denunciare alla Procura 15 anni di abusivismo degli stabilimenti balneari e la chiusura quasi totale dei varchi del lungomare di Ostia per aprirlo finalmente ai cittadini? #DovEriPD quando solo dopo 5 anni la delibera popolare sul testamento biologico è stata calendarizzata, ma a seguito della diffida nei confronti di Mirko Coratti al Prefetto di Roma per violazione dello statuto del consiglio comunale? #DovEriPD sulle unioni civili? Dal 2012 chiediamo la votazione in aula e voi ancora rinviate. Basta con lo scarica barile – conclude -. Aveva ragione Pasolini quando diceva: ‘Il coraggio intellettuale della verità e la pratica politica sono due cose inconciliabili in Italià».  «Con ignaziomarino, per cambiare Roma davvero. Nuove idee e nuova squadra. #èRoma #èPolitica». È quanto scrive su Twitter, Giulia Tempesta, consigliere e vicecapo gruppo del Partito Democratico di Roma Capitale, secondo quanto si apprende da una nota. L’hashtag di Tempesta rimanda ad uno degli slogan di Marino candidato sindaco, ribaltato parzialmente: «Non è politica, è Roma».  Si chiama #factory365 ed è l’evento dei Giovani Democratici sul modello della Leopolda che si terrà dal 7 all’8 dicembre nella Factory Pelanda dell’ex Mattatoio di Roma. Sono 60 i tavoli di discussione ai quali ci si potrà iscrivere on line attraverso il sito www.factory365.it, con una sessione finale in cui interverrà il presidente del Consiglio e segretario del Partito Democratico Matteo Renzi. «Abbiamo voluto creare un evento utile a tutto il Partito, per discutere insieme e trovare una sintesi tra posizioni diverse. Uno sforzo che, a volte, si è visto un pò poco», dichiara Andrea Baldini, Coordinatore Nazionale dei Giovani Democratici. «Sarà un’iniziativa – continua Baldini – aperta a tutti e non solo ai giovani, per entrare nel merito dei problemi che abbiamo di fronte e per continuare a cambiare il Paese. La strada giusta è quella utilizzata nella discussione sul Jobs Act, che ha portato a una mediazione positiva. Noi – conclude Baldini – pensiamo che il Partito Democratico debba continuare con decisione in questa direzione, e proprio per questo vogliamo mettere a disposizione il nostro contributo e le nostre energie».

«Un radicale e rapido riassetto della squadra di governo e una nuova agenda programmatica». Il gruppo Pd del Campidoglio chiede questo al sindaco Ignazio Marino ricalcando la richiesta del partito romano di «azzerare la giunta». Il gruppo chiede che si «proceda in tempi rapidissimi ad un radicale riassetto della squadra e alla definizione di una nuova agenda programmatica per affrontare le gravissime questioni sociali e occupazionali che attraversano la nostra città a partire dalle periferie». Lo si legge in un documento in cui si sostiene che il «cambiamento è una strada obbligata».  «Mettiamoci in sintonia con la città perchè a gente ancora distingue tra Pd e Marino». Altro che toni dimessi, tra Pd capitolino e sindaco Mario è guerra fratricida. Una guerra per restare in piedi dopo il caso multe e, soprattutto, la vicenda Tor Sapienza. Oggi il gruppo si è riunito ed i toni non era concilianti col primo cittadino. Subito smentito quel «nessuno mi chiederà di azzerare giunta» detto ieri in tv dal sindaco: «riassetto radicale e rapido della squadra e dell’agenda», dicono i consiglieri che domani incontreranno Marino sul caso multe. «Abbiamo fatto bene a dire che non abbiamo paura di nulla, neanche delle elezioni», ha ribadito qualcuno. E chi sul tema urne chiedeva cautela è stato subito rimbrottato: «Se escludi le elezioni quello (il sindaco) non fa più nulla….». Tra i tanti timori dei consiglieri anche quello di restare schiacciati dal partito nazionale e di vedersi calati dall’alto per ora una strada, che potrebbe uscire dall’incontro Marino col vicesegretario del Pd Guerini, e poi addirittura un candidato post Marino. «Noi dobbiamo essere gli artefici di questo cambiamento, non dobbiamo farcelo dettare dal nazionale», dice un consigliere.

«Marino? Non l’ho scelto io, ma il gruppo dirigente nazionale». Ad affermarlo sulla sua pagina facebook l’europarlamentare del Pd Goffredo Bettini. «Il candidato sindaco per il centro sinistra era Nicola Zingaretti e la sua indisponibilità per correre alla Regione ha indubbiamente creato un vuoto – spiega -. Io per primo ho insistito, per riempire questo vuoto, su una altra candidatura popolare e di valore, come quella di Enrico Gasbarra. Ma anche il rifiuto di Gasbarra è stato perentorio. In seguito, considerando le candidature che andavano emergendo quelle di Gentiloni e Sassoli, assolutamente di qualità, ma non sicure elettoralmente per fronteggiare la prevista ondata grillina, ho chiesto al gruppo dirigente locale e nazionale di impegnarsi per trovare una soluzione più competitiva. Si sono sondati Riccardi, Barca, lo stesso Marchini, il quale però si è rifiutato di sottoporsi alle Primarie. Dunque ancora nulla di fatto. Al fine di premere per una assunzione di responsabilità ho detto che se non ci fossero state novità mi sarei candidato io stesso: la mia pressione ebbe effetto – afferma ancora – Probabilmente il timore di una mia candidatura ha spinto molti a stringere su un’altra scelta. Non io, ma il gruppo dirigente nazionale ha dunque chiesto a Marino di candidarsi». «Ho appoggiato questa indicazione senza riserve, perchè Marino era in una rosa di nomi da me sempre condivisi e perchè come si è visto in seguito ha stracciato il candidato avversario il sindaco uscente Alemanno. Su quello che è successo dopo va fatta una analisi attenta – conclude Bettini – È evidente a tutti che molte cose non vanno a Roma. Ma mi resta difficile pensare che sia uno solo il colpevole».

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