Maledetto nove, da Chinaglia a Di Canio: in un libro la storia dei centravanti della Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Maledetto nove, da Chinaglia a Di Canio: in un libro la storia dei centravanti della Lazio

– Piola, Selmosson, Chinaglia, Giordano, D’Amico, Fiorini, Casiraghi, Signori, Di Canio. Oggi va di moda il ‘falso nuevè, mentre questi erano attaccanti verissimi: sanguigni, bravi a segnare d’astuzia come di forza, predatori d’area o capaci di partire da lontano. Comunque mai banali, nemmeno fuori dal campo. Le loro storie (non sempre a lieto fine), raccontate direttamente dai protagonisti o da chi li ha conosciuti in prima persona, costituiscono l’ossatura del libro di Stefano Greco «Maledetto nove – Avventure e disavventure dei centravanti della Lazio» (Ultra Sport, 430 pagine, 19,90 euro). Da Silvio Piola, che non vinse nulla e fuggì da Roma per paura della guerra e perchè la Lazio non poteva più pagarlo a peso d’oro, a Giorgio Chinaglia, l’idolo romantico; e ancora Giuseppe Signori, eletto ‘Rè dai tifosi e scappato da Formello nel portabagagli della macchina di un amico subito prima che la Lazio vincesse tutto; Pierluigi Casiraghi, anch’egli andato via per passare al Chelsea, dove un grave infortunio ne interruppe la carriera; Vincenzo D’Amico, fantasista che si reinventò attaccante per aiutare la squadra in momenti drammatici.

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