La provocazione di Last paradise chiude la triennale di Roma | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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La provocazione di Last paradise chiude la triennale di Roma

Last Paradise è il titolo dell’ultima mostra diretta e curata dal Daniele Radini Tedeschi, nonchè l’evento conclusivo dell’Esposizione Triennale di Arti Visive a Roma 2014, organizzata da La Rosa dei Venti. Con Last Paradise – allestita dal 21 novembre al 3 dicembre nelle tre sedi della Biblioteca Nazionale Centrale, del Chiostro del Bramante, della Galleria Arte Maggiore – Radini Tedeschi chiude la tetralogia del Paradiso; una chiusura – informa un comunicato – nel senso di abbandono della speranza terrena da un lato e dall’altro accettazione di una realtà assurda e variegata in cui trova spazio l’idea pura di estetica paradisiaca accanto a quella dei paradisi artificiali, dei mondi virtuali, dello spaesamento. In esposizione alcune opere esemplificative nel rappresentare il concetto di «Ultimo Paradiso». Tra gli altri l’olio su tela di Mark Kostabi che riflette un significato positivo nel raffigurare una grande mano divina ritratta nell’atto di sollevare, all’interno del suo palmo, un uomo rannicchiato su se stesso. E poi Wright Grimani che nel giugno scorso con la sua «Bara d’Artista» provocò scalpore facendo sfilare un corteo funebre in piena mostra; presenterà alla Biblioteca Nazionale «And we need to hear your nominations for worthy winners», un’opera shock imperniata sui fatti del tragico G8 di Genova del giugno 2011. L’artista riflette sul collasso del sistema che investe contemporaneamente stato, cittadini e media fino a renderli tutti inesorabilmente vittime. E rappresentativa proprio dello stato in cui versa l’arte è l’altra opera di Grimani esposta al Chiostro del Bramante intitolata non a caso «Last paradise». L’ultimo paradiso appunto, ricostruito all’interno di uno schermo televisivo completamente svuotato. Accasciato, sfinito, stramazzato in un angolo si vede il primo astronauta che tocco la luna. Un «telenauta» nel suo ultimo viaggio in uno spazio vuoto di oggetti e contenuti, senza stelle, senza speranze, senza ritorno. Tra le altre saranno presenti anche opere di Mario Schifano, Salvatore Ruggeri, Mimmo Paladino, Sabrina Bertolelli, Piero Pizzi Cannella, Paolo Residori, Ennio Calabria.

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