Ebola, per il paziente dello Spallanzani una task force di 30 esperti. Per lui lo stesso farmaco usato negli Usa | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

Ebola, per il paziente dello Spallanzani una task force di 30 esperti. Per lui lo stesso farmaco usato negli Usa

Si dicono sereni membri del personale, biologi e capo-tecnici, sottolineando il fatto che l'addestramento dello staff a far fronte a simili emergenze è un elemento fondamentale

– Il medico di Emergency ricoverato stamani allo Spallanzani e affetto da Ebola è giunto stamani all’istituto presentando febbre a circa 39 gradi ma non presenta segni di disidratazione cutanea. Lo hanno riferito i medici dell’istituto leggendo il primo bollettino medico relativo alle condizioni del sanitario infettato.(I medici, nel corso di una conferenza stampa all’istituto, hanno sottolineato che il paziente è stato trasportato in alto biocontenimento dall’Aeronautica Militare Italiano. La gestione del trasporto è stata effettuata secondo i protocolli e il paziente, hanno reso noto i medici, «è stato monitorizzato durante tutto il trasporto aereo, durato sei ore, senza alcuna criticità». Alla partenza dalla Sierra Leone, il paziente presentava condizioni di «stabilità clinica» e all’arrivo allo Spallanzani «le condizioni permanevano stabili». I medici hanno rilevato una «familiarità cardio-ipertensiva». Inoltre il medico di Emergency, hanno precisato i sanitari, «riferisce da giovedì 20 novembre un unico episodio di vomito e diarrea senza presenza di sangue, associato ad astenia e febbricola». Domenica 23 novembre è comparsa la febbre, regredita però dopo l’assunzione di antipiretici. Oggi al ricovero, hanno detto i medici, il paziente era vigile, collaborante, deambulante ed autonomo; ha presentato febbre associata a brivido, malessere generale con iperemia congiuntivale, fegato e milza nella norma, torace senza rumori patologici« «Non è stato possibile ricostruire come è avvenuto il contagio in Sierra Leone del nostro medico». Lo ha affermato la presidente di Emergency, Cecilia Strada, durante la conferenza stampa all’istituto Spallanzani, dove il sanitario è ricoverato da questa mattina. «Abbiamo deciso per una questione di privacy – ha detto – di non fornire informazioni sul medico. Possiamo dire che ha 50 anni è un infettivologo ed ha già lavorato con Emergency. Era la sua prima missione in Sierra Leone dove era giunto il 28/9». – Il medico italiano di Emergency colpito dal virus Ebola è seguito all’istituto Spallanzani, dove è ricoverato, da una ‘task forcè di 30 esperti di cui 15 medici e 15 infermieri. Lo ha riferito il direttore scientifico dell’istituto Giuseppe Ippolito, in conferenza stampa. Medici e infermieri, ha detto, «sono organizzati su diversi turni. Si tratta di personale infermieristico volontario, ma scelto per precise competenze». Il gruppo si occuperà della gestione del paziente. Il trattamento antivirale con il quale viene curato da stamane il medico di Emergency affetto da Ebola e ricoverato allo Spallanzani «è stato già utilizzato con successo in pazienti in Usa e Spagna». Lo ha detto il direttore scientifico dell’istituto, Giuseppe Ippolito, in conferenza stampa. Ippolito ha precisato che il nome del farmaco non verrà reso noto fino a quando non saranno definiti i protocolli terapeutici.- Si dicono tranquilli, pur avvertendo la forte pressione dei media, infermieri e personale all’istituto Spallanzani, dove questa mattina è stato ricoverato il primo paziente italiano infettato dal virus Ebola. «Qui – afferma Adriano De Iuliis, infermiere e segretario aziendale del sindacato infermieristico Nursind – c’è un’alta professionalità a tutti i livelli. Ovviamente è il primo caso confermato di Ebola che viene trattato e si avverte una normale tensione, tuttavia siamo abituati a curare ogni giorno pazienti con gravi malattie infettive, dall’Hiv alla Tbc e la meningite, e siamo quindi addestrati». Trattandosi però del ‘paziente zerò per Ebola, «l’attenzione è molto alta e – sottolinea De Iuliis – sentiamo molto la pressione dei media, anche se possiamo dirci sostanzialmente tranquilli». E si dicono sereni anche membri del personale come biologi e capo-tecnici, sottolineando il fatto che allo Spallanzani l’addestramento dello staff a far fronte a simili emergenze è un elemento fondamentale. Non esprimono preoccupazione neppure alcuni membri addetti alle squadre di pulizia: «Non abbiamo paura – dicono – perchè questo paziente è totalmente isolato e comunque fuori dai nostri contatti». «Ovviamente siamo in continuo contatto con lo Spallanzani, ho sentito anche, poco fa, sia il commissario Valerio Fabio Alberti che il dottor Giuseppe Ippolito, direttore scientifico, che con l’equipe seguono direttamente la vicenda. Tutto il tema è seguito nel rigoroso rispetto dei protocolli e con un altissimo grado di qualità, dedizione e preparazione scientifica». Lo ha detto il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti in merito all’arrivo del medico di Emergency contagiato dal virus. «Quindi, per ora ho trovato il modo di esprimere personali ringraziamenti a tutta l’equipe e a coloro che in questo momento si stanno facendo carico di questo caso in maniera egregia. Mi sembra – ha aggiunto a margine di una iniziativa sulla violenza sulle donne. – che ora il tema sia quello di continuare a lavorare in questo modo e, per quanto ci riguarda, non possiamo che confermare l’assoluta qualità e lo straordinario valore sia dell’equipe che di questa struttura che ora si sta facendo carico del primo caso di Ebola nel nostro Paese. Per ora confermiamo quello che è stato detto anche dai medici – ha concluso Zingaretti – È tutto assolutamente sotto controllo, nessun allarmismo e, ovviamente, ora entra in campo la parte medica che farà la sua parte». Contestazione da parte di un rappresentante degli infermieri Cobas durante la conferenza stampa all’Istituto Spallanzani sulle condizioni del medico di Emergency ricoverato. Lorenzo Fanelli, infermiere al nosocomio e rappresentante Cobas, durante il briefing ha detto che «non c’è abbastanza personale», inconcepibile, «togliere 15 medici e 15 infermieri dalle corsie per dedicarli solo al paziente affetto da Ebola. Così – ha concluso – non si può garantire l’assistenza ‘normalè nelle corsie agli altri pazienti».

email

Bisogna effettuare il login per inviare un commento Login