Il Pd sprona Marino: "Ora non si può più fallire". Vertice con Guerini per il rimpasto di giunta | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Il Pd sprona Marino: “Ora non si può più fallire”. Vertice con Guerini per il rimpasto di giunta

Quando si governa tutto, non si può fallire. È racchiuso nel monito del ministro Marianna Madia lo sprone al sindaco Ignazio Marino, arrivato rumorosamente con una richiesta di «cambio di passo» prima dal Pd Roma, dopo le proteste anti immigrati di Tor Sapienza, e coagulatosi in una conferenza programmatica del partito romano di due giorni, che porterà a un rimpasto di giunta, pur annunciandosi come ‘minì. Le dimissioni di Luca Pancalli e l’incontro di oggi col vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini portano a pensare che il ‘rimpastinò potrà arrivare già dalla prossima settimana. Ma oggi è stato il giorno del Pd Roma, quello in cui la richiesta di «cambio di passo» è avvenuta al teatro Quirino davanti al sindaco Marino, seduto in platea. E questo mentre l’assemblea capitolina approvava un maxi-emendamento di giunta all’assestamento di bilancio che prevede, tra l’altro, 13 milioni di euro per la creazione di un fondo speciale per le periferie, segnando quel primo cambio nell’agenda capitolina. A parte gli interventi del segretario romano Lionello Cosentino e del senatore e coordinatore del gruppo di lavoro della conferenza Marco Causi, si sono visti in realtà pochi apporti e proposte. Dal primo, una serie di richieste concrete: «Bisogna fare progetti per la periferia – ha detto Cosentino – aprire le scuole anche di pomeriggio, dare vita a punti di aggregazione. Serve una larga mobilitazione contro il dilagare della destra, soprattutto in periferia». E l’aggancio stretto con la cronaca: «Quello che è successo a Tor Sapienza ci dice dei nostri limiti. Apriamo allora i nostri circoli in periferia». A margine il segretario darà come voto un «6 all’amministrazione», spiegando anche che non gli dispiace «un sindaco un pò marziano», come Marino è stato ribattezzato più volte, «forse è la politica che deve innovarsi». Poi un’autocritica: «L’inadeguatezza è di tutta la classe dirigente della città , anche del Pd. C’è molto da fare». E ancora, nessuna pressione sulla squadra a cui Marino dovrà rimettere mano. Causi gli va dietro, parla di necessità di una collaborazione istituzionale, senza litigi« perchè »noi non siamo quelli del patto della pajata«. La ricetta di quello che è stato assessore al Bilancio nella Roma ‘guidatà da Veltroni, riparte da »politiche industriali, innovazione, agire sul vistoso arretramento della manutenzione urbana, lottare contro l’illegalità alzando il livello di repressione; risanamento finanziario per liberare risorse utili e ridurre la pressione fiscale e infine portare a compimento la previsione di legge su Roma Capitale«. E se il governatore del Lazio Nicola Zingaretti, dopo aver passato in rassegna i ‘successì della Regione annuncia che »da lunedì con il sindaco inaugureremo la prima casa della salute«, il ministro Madia parla della riforma della Pubblica amministrazione che sta portando avanti: »Roma può diventare il modello di attuazione di nuova cultura innovativa dell ‘amministrazione. Questa riforma sarà un successo se i romani potranno dire di perdere meno tempo durante la loro giornata«. Dopo l’assemblea, sono stati costituiti 4 gruppo di lavoro che si riuniranno a cadenza regolare: Servizi di prossimità, scuola, sociale, decoro: il nuovo ruolo dei Municipi; Servizi pubblici locali e infrastrutture; Politiche per lo sviluppo economico e il rilancio dell’occupazione; Cultura e industrie culturali. Oggi però, lamenta il pubblico politicizzato della conferenza programmatica, »di proposte ne abbiamo sentite poche. Il Pd deve smetterla con l’autoreferenzialità e occuparsi di problemi concreti«.

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