La rivincita di Marino: "Trasparenza e basta tribù nel Pd". Pecoraro: "Sindaco a rischio sicurezza" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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La rivincita di Marino: “Trasparenza e basta tribù nel Pd”. Pecoraro: “Sindaco a rischio sicurezza”

– Alcuni consiglieri Pd lo volevano cacciare «che tanto andare al voto non è una tragedia». Ora Ignazio Marino si prende la propria rivincita sul Pd romano, commissariato dopo che alcuni esponenti sono stati indagati. E così per l’operazione trasparenza, dopo lo tsunami Mafia Capitale, chiama il capo dell’anticorruzione Raffaele Cantone. Marino, paladino della trasparenza e della legalità contro le mafia capitolina, e ora più di prima il suo Campidoglio sarà una ‘casa di vetrò. Addirittura il prefetto è pronto a valutare la scorta «ma dovrà rinunciare alla sua bicicletta», dice Giuseppe Pecoraro che lo va a trovare. Così il sindaco incassa l’appoggio del Pd nazionale e locale (lo stesso Pd che fino a poche settimane fa lo aveva processato per il Multa-gate e i tumulti razzisti di Tor Sapienza) e chiede aiuto a Raffaele Cantone per la verifica di tutti gli appalti sospetti. Come a dire che su questo fronte la fiducia non è tutta riposta nelle stanze di palazzo Senatorio. Il sindaco-chirurgo nel volgere di poche settimane si trova a passare dal ‘banco degli imputatì a quello di un possibile accusatore. Pronto a puntare il dito contro le mele marce, presenti anche nel suo partito, in nome della trasparenza. Basta alle logiche di correnti, che finora più volte hanno soffiato sul fuoco della polemica. Si apre la porta a quello che un autorevole esponente dei dem definisce «il correntone unico per la legalità». E oggi dopo aver incontrato il neocommissario del Pd Roma Matteo Orfini e i consiglieri comunali dem Marino dice: «Dobbiamo mettere fuori il volto buono del nostro partito e della nostra amministrazione». Sembrano ormai lontani i tempi della Panda rossa e del multa-gate. Qualche settimana fa il caso delle contravvenzioni – vicenda che diventa irrisoria davanti all’indagine della Procura – aveva visto un sindaco chiamato d’urgenza in Aula dalla sua stessa maggioranza per fare chiarezza. Ma sembra essere ormai dietro l’angolo anche l’assemblea infuocata dei dem durante la quale diversi consiglieri comunali del Pd hanno chiesto al sindaco, chi velatamente chi senza tanti fronzoli, un netto cambio di passo e un radicale rimpasto di giunta. Pena le urne. O si cambia o si va a casa era il messaggio lanciato. Ora il terremoto partito dalla Procura di Roma scuote e ribalta le posizioni. «Marino è uscito un sindaco rafforzato nella sua funzione di garanzia, legalità e buongoverno – dice il consigliere comunale del Pd Gianni Paris – È evidente che l’immagine del sindaco e della gran parte di chi gli sta intorno è quella di una squadra sana che non ha nulla a che vedere con i fatti che sono accaduti». E tra i corridoi del Campidoglio alcuni boatos rileggono i casi Multa-gate e Tor Sapienza come tentativi «sfruttati maldestramente» per far saltare il banco Campidoglio prima di Mafia Capitale. Intanto Ignazio Marino chiede aiuto al presidente dell’Autorità Raffaele Cantone per un’operazione verità: trasformare il Campidoglio in una ‘casa di vetrò. UN gruppo di tecnici ed esperti passerà al setaccio tutti gli appalti «dubbi e opachi». E nelle prossime ore partirà da Palazzo Senatorio un dossier con tutti gli appalti su cui il team Marino «nutre delle preoccupazioni». Dai pochi consiglieri Pd ancora loquaci arrivano solo parole di plauso. La ruota è veramente girata. «Il sindaco di Roma Ignazio Marino e il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro si sono incontrati questo pomeriggio in Campidoglio per un confronto, alla luce dell’inchiesta condotta dal Procuratore Capo Giuseppe Pignatone. Nel corso dell’incontro, che si è svolto in un clima di massima collaborazione, il Prefetto ha espresso preoccupazione per l’incolumità personale del primo cittadino in quanto ostacolo, secondo quanto emerso dalle intercettazioni, ai disegni del sistema criminale e ha chiesto al sindaco di modificare le modalità degli spostamenti e di accettare la protezione delle forze dell’ordine». Lo si legge in una nota del Campidoglio. «Il sindaco, da parte sua, ha chiesto al prefetto supporto per far emergere fino in fondo tutti gli aspetti criminali che colpiscono la città – conclude il comunicato – mettendo a disposizione, per il raggiungimento di questo obiettivo, tutti gli strumenti possibili. Obiettivo comune delle due istituzioni è quello di restituire a Roma condizioni di assoluta legalità per il contrasto di contro ogni disegno criminale».

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