Il salto nel passato del Ghetto di Roma: in 3D un racconto di 150 anni fa | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Il salto nel passato del Ghetto di Roma: in 3D un racconto di 150 anni fa

Un salto all’indietro nel tempo di quasi di 150 anni per conoscere e percorrere, tra vicoli, strade, palazzi scomparsi, il Ghetto di Roma prima che fosse demolito con i piani regolatori del 1873 e del 1883. È un viaggio virtuale in 3d possibile alla nuova installazione multimediale realizzata su un tavolo interattivo, al museo Ebraico della capitale, dove stata inaugurata oggi, fra gli altri, dal Rabbino Capo Riccardo Di Segni, il presidente della comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici, l’assessore alla Cultura della Comunità ebraica di Roma Gianni Ascarelli e la direttrice del Museo Alessandra Di Castro. «Abbiamo sentito parlare di come fosse il ghetto prima della demolizione, ma non potevamo averne una reale percezione. Sarà bello immaginare di camminare in quelle strade da uomini liberi, in condizioni molto diverse sia dal punto di vista sociale che sanitario, rispetto a quelle che si vivano in quegli anni – ha detto Pacifici -. Vorrei proporre di sviluppare presto un’app per far godere quest’emozione anche a chi vive all’estero». La modellazione tridimensionale di un quartiere che era di 3 ettari, abitato da 7000 persone nel 1883 (piùdel doppio rispetto a quando il ghetto fu creato nel 1555) è stata sviluppata da Progetto KatatexiLux (grazie anche a una donazione della Fondazione Rotschild). Alla base ci sono, fra le varie fonti, gli acquerelli sulla ‘Roma sparità realizzati da Ettore Roesler Franz tra il 1878 e il 1896, un’ampia documentazione fotografica, planimetrie e documenti come le indennità per la demolizione. Modelli ripresi anche nei minimi particolari, fino alle scoloriture degli intonaci. «Questa non è una semplice rappresentazione del ghetto, ma una simulazione di come fosse realmente – ha spiegato Stefano Borghini della Katatexilux -. Naturalmente è solo l’inizio andremo via via a ingrandirlo e perfezionarlo».

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