Mafia capitale, pressing sulle dimissioni di Marino: sindaco blindato dal Pd, lavora a giunta della legalità | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Mafia capitale, pressing sulle dimissioni di Marino: sindaco blindato dal Pd, lavora a giunta della legalità

Il sindaco si dimetta e si vada subito alle elezioni per il Comune di Roma, investito dallo tsunami dell’inchiesta su «Mafia Capitale». È la linea che ricompatta il centrodestra, da Forza Italia a Ncd, e trova piena sintonia anche con M5s. Con alcune varianti che portano però sempre al voto: c’è chi chiede un atto di coraggio di tutti consiglieri a dimettersi e chi insiste sulla richiesta di scioglimento per mafia. Ad esplicitare la nuova sintonia nel centrodestra è stata la capogruppo Ncd alla Camera, Nunzia De Girolamo, che esprime «piena condivisione sulle valutazioni fatte dai colleghi Cicchitto e Toti. Si sciolga subito il consiglio comunale, si facciano nuove elezioni e il centrodestra si presenti unito con una proposta compatta e seria». E già si ipotizzano scenari elettorali con Matteo Salvini che, a chi gli chiede se la Lega sosterrebbe Giorgia Meloni (Fdi), risponde: «È una faccia pulita. Ma se si votasse domani noi correremmo da soli». Al di là della via politica, resta da verificare la praticabilità di uno scioglimento del Comune per mafia. «Potrebbero esserci tre ipotesi, dopo la valutazione delle carte dell’inchiesta: o un accesso agli atti, o lo scioglimento o una terza via che prevede di non intervenire essendo in corso l’attività giudiziaria», spiega il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro ricordando che prima deve riferire al ministro dell’Interno deputato poi a decidere. Ma l’assedio al Campidoglio da parte di centrodestra e M5s – dopo il coinvolgimento nell’ inchiesta di un assessore e del presidente dell’assemblea capitolina, ormai ex e autosospesi dal Pd – al momento non trova agibilità: il sindaco Marino resiste forte anche del sostegno del suo partito che lo ha ‘blindatò. Marino lo dice chiaro e tondo che a dimettersi non ci pensa proprio, riservando una stoccata a Silvio Berlusconi che ieri aveva sollecitato le sue dimissioni: «Sta scontando una pena e da premier si rifiutò di procedere allo scioglimento del comune di Fondi per mafia. Vi sembra che questo sia il pulpito da cui devo ascoltare delle prediche?». E poi, dopo aver annunciato che il Comune di Roma si costituirà parte civile nel processo, rivendica il lavoro di «pulizia» e rinnovamento fatto in quest’ultimo anno e mezzo, anche con il sostegno del Pd: «mandare a casa tutti i consigli di amministrazione, chiudere la discarica di Malagrotta, fare tutte le denunce possibili alla Procura sui fatti che ritenevamo essere illeciti, andare da Raffaele Cantone per fare chiarezza sugli appalti. Con noi gli affari sono finiti. I criminali si vergognino e se ne vadano da questa città». A sostenere la sua azione oggi è stata anche il ministro Maria Elena Boschi che chiarisce: «È giusto individuare le responsabilità ma attenzione a tirare in mezzo il Comune di Roma, per arrivare al commissariamento ci vogliono estremi di legge precisi e qui non ci sono estremi. Marino deve restare e governare bene». E anche dalla base del partito, i giovani dem raccolti nella convention promossa da ‘Factory365’, lo accolgono, al suo arrivo in bicicletta (incurante dei consigli del prefetto a non usarla per motivi di sicurezza), con applausi e incoraggiamenti. Il sindaco, infatti, è al lavoro per rafforzare l’azione di trasparenza e legalità dell’amministrazione. L’idea è quella di creare un assessorato ad hoc, guidato da un magistrato. Una sorta di «giunta della legalità» che prevede anche aggiustamenti e nuove entrate nella squadra di governo. Ma l’assedio non si ferma. E a sparare di nuovo contro il sindaco è Grillo, che già ieri gli aveva chiesto di dimettersi: «Marino va in televisione a raccontare la barzelletta che non ha avuto contatti con Salvatore Buzzi, e poi ci sono foto, che lo ritraggono insieme a lui». Il sindaco, però, si chiama fuori ribadendo che il contributo avuto da Buzzi per la campagna elettorale e stato assolutamente trasparente: «Non sono buste di soldi. Ma soldi trasferiti con bonifico bancario e denunciati alla Corte dei Conti».

Una giunta della legalità e un Campidoglio ‘casa di vetrò con porte sbarrate alla criminalità. Ignazio Marino tira dritto nella bufera ‘Mafia Capitalè – «Non ci penso proprio a dimettermi» dice – e per allontanare l’ombra della Cupola nera che ormai sovrasta da giorni il colle capitolino pensa ad un nuovo esecutivo con un ‘garante dell’ onesta«. Al vecchio però non rimprovera nulla. Anzi ‘premià il suo team con una »medaglia« per essere stato ostacolo alle infiltrazioni della Piovra di Carminati. Non usa mezzi termini il sindaco-chirurgo e lancia un chiaro monito ai criminali: »Con noi gli affari sono finiti. Si vergognino e se ne vadano da questa città. Noi stiamo dall’altra parte«. Ora parla di una ‘fase di emergenzà, di un ‘paziente Romà che ha bisogno di un trapianto di legalità. »Mi aiuterà il presidente Cantone a gestirla con la revisione di tutti gli appalti« assicura Marino che lavorerà questa settimana per rafforzare le difese immunitarie della sua giunta. E per farlo sta pensando ad un vero e proprio assessorato alla Legalità. »Immagino – spiega – una figura all’interno o all’esterno della giunta che rafforzi la nostra squadra per il controllo della legalità perchè non voglio che questo lavoro termini con le operazioni del presidente Cantone ma che continui per tutta la consiliatura«. È partita la ricerca, quindi, per questa figura »al di sopra di ogni sospetto«. In un primo momento era spuntata l’ipotesi di Gian Carlo Caselli ma per ora Marino frena: »È un caro amico con il quale ho parlato in questi giorni. Ci conosciamo da 18 anni ma in questo momento non credo ci sia un trasferimento del procuratore Caselli a Roma«. Tra i candidati papabili si parla di un ex magistrato, di un ex presidente della Corte Costituzionale o comunque di una persona che ha fatto della lotta alla mafia una sua ragione di vita. Il Marino-bis si avvicina sempre più e questa settimana potrebbe essere molto probabilmente quella in cui vedrà la luce il nuovo team che sarà frutto di un valzer di deleghe e qualche new entry. In Campidoglio ci si prepara al ‘repulistì in nome dell’ onestà. Da martedì si inizieranno a definire i criteri per la rotazione dei dirigenti capitolini, una misura all’insegna della garanzia della legalità che dovrà partire il più presto possibile, mentre la task-force guidata dall’assessore al Bilancio Silvia Scozzese continuerà a lavorare sul dossier appalti che dovrà essere passato al setaccio dal pool dell’ Authority anti-corruzione inviato da Raffaele Cantone. Ma ci si prepara anche a costituirsi parte civile nei tribunali: »Per quanto riguarda tutto ciò che è stato sottratto il Comune si costituirà parte civile perchè vogliamo che quei soldi tornino indietro alla città« avverte il sindaco. Ed aggiunge: »Il Comune è sano, la stragrande maggioranza dei dipendenti sono persone perbene come anche la mia giunta. In questo momento non credo ci sia il pericolo di infiltrazione mafiosa nell’amministrazione. Spero che Pignatone metta queste persone in prigione e poi butti le chiavi«. Intanto Marino il ‘marzianò si rimette in sella alla sua bici. Per ora, quindi, niente scorta. Il sindaco-chirurgo non ha paura.

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