Mafia capitale, accesso agli atti del prefetto Pecoraro: mesi per il verdetto sullo scioglimento del Comune | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Mafia capitale, accesso agli atti del prefetto Pecoraro: mesi per il verdetto sullo scioglimento del Comune

Il Pd stretto intorno al suo sindaco, mentre Ignazio Marino si è recato al ministero dell'Economia: un'ora di colloquio e nessuna dichiarazione. Iniziati gli interrogatori per gli indagati ai domiciliari

Verificare la sussistenza di condizionamenti criminali sul Comune di Roma. Questo l’obiettivo dell’accesso agli atti che il prefetto della Capitale, Giuseppe Pecoraro, disporrà su indicazione del ministro dell’Interno, Angelino Alfano. L’iter degli accertamenti potrebbe proseguire per alcuni mesi, secondo i tempi previsti dall’articolo 143 del Testo unico sugli Enti locali. È infatti previsto che il prefetto nomini ora una commissione d’indagine, composta da tre funzionari della pubblica amministrazione, attraverso la quale eserciterà i poteri di accesso e di accertamento di cui è titolare per delega del ministro dell’Interno. Entro tre mesi dalla data di accesso, rinnovabili una volta per un ulteriore periodo massimo di tre mesi, la commissione terminerà gli accertamenti e consegnerà al prefetto le proprie conclusioni. Entro 45 giorni dal deposito delle conclusioni della commissione d’indagine, il prefetto invierà al ministro una relazione nella quale si dà conto dell’eventuale sussistenza dei condizionamenti mafiosi sull’ente. Nella relazione verranno indicati gli appalti, i contratti e i servizi interessati dai fenomeni di compromissione o interferenza con la criminalità organizzata o comunque connotati da condizionamenti o da una condotta antigiuridica. Lo scioglimento del Comune è quindi disposto con decreto del presidente della Repubblica, su proposta del ministro dell’interno, previa deliberazione del Consiglio dei ministri entro tre mesi dalla trasmissione della relazione. Nel caso in cui non sussistano i presupposti per lo scioglimento o l’adozione di altri provvedimenti, il ministro, entro tre mesi dalla trasmissione della relazione, emana comunque un decreto di conclusione del procedimento in cui dà conto degli esiti dell’attività di accertamento.

GUERINI – Lo scioglimento del Comune di Roma «è una responsabilità che non compete a noi. Credo si debba considerare lo sforzo dell’amministrazione Marino per garantire trasparenza e legalità. E il Pd dovrà sostenere l’attività dell’amministrazione. Se c’è una cosa chiara è che Marino è stato percepito come ‘altrò rispetto alle situazioni emerse dall’inchiesta» quindi se il Comune venisse sciolto «sicuramente da lui si ripartirebbe. Ma non credo si arriverà a questo». Lo afferma Lorenzo Guerini, vicesegretario del Pd, in un’intervista al Secolo XIX. Guerini nega la necessità di una manovra correttiva. «Abbiamo visto la scarsa efficacia di una politica economica fatta di misure restrittive. Rispettiamo il limite del 3%, ma bisogna cambiare rotta», dichiara. «All’eurogruppo rispondiamo con le riforme che stiamo facendo. Questo richiamo ossessivo al riallineamento nel 2015 non è utile. Non si può essere soddisfatti sei parametri Ue sono rispettati ma l’economia va male, l’occupazione non cresce e le imprese sono in crisi». Sulla legge elettorale, «dobbiamo fare la riforma possibile, quella che ha i voti in parlamento e che realizza un dialogo con l’opposizione», osserva Guerini. «Io sarei per i collegi uninominali, ma non vogliamo ripetere l’errore di una riforma a colpi di maggioranza fatta nel 2005. La mediazione raggiunta con la maggioranza e poi con Fi – capilista e preferenze per gli altri, in collegi non troppo grandi – credo possa essere un buon compromesso».

ORFINI – «Marino è un buon sindaco, inoltre dalle carte dall’inchiesta emerge che è un nemico della criminalità organizzata e della mafia. Dobbiamo ripartire da questo sindaco e da questa amministrazione e ripulire quello che dobbiamo ripulire anche a casa nostra, nel Pd». Lo ha detto il commissario del Pd Roma Matteo Orfini uscendo dal Campidoglio.

GRASSO – «La politica deve avere uno scatto, un colpo di reni, una rivolta morale per cercare di eliminare prima ancora della magistratura dalle proprie fila coloro che non meritano di rappresentare i cittadini». Così il presidente del Senato, Piero Grasso, a Vasto per l’inaugurazione di un monumento ai Carabinieri. – Grasso rispondendo ai giornalisti a margine dell’evento in memoria dei caduti dei Carabinieri, in merito all’inchiesta su ‘mafia capitalè ha sottolineato ancora che: «La condanna deve essere molto forte per questi comportamenti».

POLETTI – «Sono stato male ma anche grazie al sostegno di Renzi, che è stato meraviglioso, sono sempre più convinto che non bisogna dargliela vinta alla corruzione. Bisogna combatterla, colpirla in modo esemplare. Non sono intenzionato a darla vinta a chi su queste cose ci marcia». Così il ministro Giuliano Poletti a Porta a Porta.

Sono cominciati a piazzale Clodio gli interrogatori di garanzia di quattro degli otto indagati nell’inchiesta sulla cosiddetta Mafia Capitale finiti agli arresti domiciliari una settimana fa. A tenere gli interrogatori è il gip Flavia Costantini, magistrato che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare, alla presenza del pm Luca Tescaroli, uno dei titolari dell’inchiesta giudiziaria.

– Il sindaco di Roma Ignazio Marino si è recato questa mattina al Ministero dell’Economia. Il primo cittadino, dopo essere stato più di un’ora nella sede del Mef in via XX Settembre, è andato via in auto senza rilasciare dichiarazioni.

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