La professoressa scomparsa uccisa dopo un tentativo di stupro: fermato il presunto assassino | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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La professoressa scomparsa uccisa dopo un tentativo di stupro: fermato il presunto assassino

– Quaranta giorni di mistero, poi la scoperta di una morte atroce. Gilberta Palleschi, la professoressa di inglese, amante del jogging, scomparsa dalla sua casa di Sora, nel frusinate, è stata uccisa dopo aver reagito ad un tentativo di stupro. Uccisa a calci e pugni e finita con una serie di colpi di pietra alla testa. Il suo corpo umiliato fino alla fine. Ad infierire su di lei sarebbe stato un muratore di 43 anni che ha confessato di aver ucciso la donna, 57 anni, proprio il giorno della sua scomparsa. L’uomo, Antonio Palleschi, ma non è parente della vittima, è accusato di omicidio, occultamento e vilipendio cadavere. Secondo l’accusa l’uomo, dopo aver ucciso l’insegnante, ha occultato il cadavere in un dirupo in campagna e il giorno dopo è tornato sul luogo dove lo aveva nascosto tentando di avere un rapporto sessuale. A portare i carabinieri nelle campagne che circondano Campoli Appennino a una decina di chilometri da Broccostella, dove la donna era scomparsa il primo novembre, è stato lo stesso muratore dopo la sua confessione arrivata al termine di un lungo interrogatorio. Le attenzioni dei carabinieri si erano concentrate su di lui anche in virtù di precedenti specifici per violenza sessuale emersi a suo carico. Ad incastrarlo sarebbero state le analisi delle celle telefoniche e la testimonianza di una donna che l’avrebbe visto caricare il corpo della professoressa su un’automobile. L’ipotesi di un’aggressione aveva preso sempre più forma nelle ultime settimane di indagine anche dopo il ritrovamento di alcuni oggetti di Gilberta Palleschi nel luogo dove un secondo testimone avrebbe sentito le urla di una donna, proprio nel giorno in cui la professoressa era scomparsa. Un bracciale spezzato, la sim del cellulare, un mazzo di chiavi e le cuffiette dell’Ipad gettate tra l’erba a due passi dal fiume Fibreno, queste erano le uniche tracce del passaggio della professoressa in quel tratto di campagna accanto al corso d’acqua scandagliato per giorni. Da quel momento ricerche e verifiche si erano concentrate sull’ipotesi di una aggressione. Ipotesi che si sono rivelate concrete nelle ultime ore, fino ad arrivare al fermo del muratore. «Per la nostra città è una vicenda terribile, anche per come si sono svolti i fatti. C’è grande dolore e sono vicino alla famiglia», dice oggi attonito il sindaco di Sora, Ernesto Tersigni. Una città scossa, sotto choc che si era mobilitata per giorni partecipando alle ricerche della donna che sembrava svanita nel nulla. Una donna conosciuta e stimata, volontaria e segretaria dell’Unicef Lazio. Oggi in quel dirupo, per la cittadina in provincia di Frosinone, si è materializzato un incubo.

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